Callipo (Confsal Salfi): “Partite si vincono con lavoro di squadra”

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Chianciano, 1 dic. (Labitalia) – “Il motto che ho voluto per questo Consesso è: ‘Vincenti nell’Unsa’, nella consapevolezza che solo chi non lotta ha già perso. Anche le partite sindacali si vincono con la partecipazione della categoria, ma soprattutto con il talento e con il lavoro di squadra”. Con queste parole Sebastiano Callipo, segretario generale del Confsal Salfi, sindacato autonomo dei lavoratori finanziari, ha aperto oggi, a Chianciano, i lavori del secondo congresso nazionale della categoria. “Ho sempre amato sottolineare – ha aggiunto – che i grandi generali non bastano per vincere le guerre: occorrono anche e soprattutto i grandi eserciti, motivati e pronti a marciare”.

Quindi, il commiato dal sindacato che guida dal 2002: “Ho vissuto, apprezzato e onorato il mio alto mandato statutario, con la lucida consapevolezza di guidare una grande, storica, famiglia sindacale, che, da oltre 60 anni, si distingue nel panorama sindacale del pubblico impiego, per affidabilità e autorevolezza, specie dei suoi leader. Ho vissuto il mio mandato senza ideologie, ma con fede e sentimenti, senza egoismi personali, privilegiando, costantemente, il bene collettivo della categoria”.

“Ho affrontato, con vigore, le sfide del sindacalismo autonomo, oggi figlio di un dio minore, la sfida della categoria rappresentata, sempre più esigente, e la sfida del sistema agenziale, sempre più autoreferenziale, con alta sensibilità e senza costruire ‘muri mentali’, laddove, con buonsenso e serenità, ho sempre tentato di risolvere i problemi di mia competenza, affrontandoli con coraggio”, ha sostenuto.

Tra le tante attività svolte in questi anni, Callipo ha ricordato “la rappresentanza del Salfi, in seno a diversi organismi, quali, tra i principali, il Civ dell’Inps, la segreteria generale e il Consiglio generale della Confsal, l’Aran, le commissioni Finanze in Camera e Senato e, chiaramente, presso le Agenzie fiscali, laddove sono innumerevoli i contatti, quotidiani, che ho sempre tenuto, per svariate ragioni, sia con i componenti della segreteria generale, sia con i quadri periferici”.

Inoltre, Callipo ha tenuto a precisare di aver “esercitato non solo le funzioni di governo interno della struttura, ma anche le relazioni esterne al sindacato, inerente anche i tavoli di contrattazione e, soprattutto, i rapporti più squisitamente politici, con i responsabili delle varie strutture agenziali”. E, ancora, ha elencato i “rapporti con le altre organizzazioni sindacali, sia a livello di categoria, sia a livello federale e confederale, in un delicato equilibrio di rapporti, di forze rappresentative, che hanno, in tantissimi casi, rafforzato la pretesa rivendicativa del Salfi, a tutto vantaggio della categoria rappresentata”.

“Molto ho fatto, ma tanto rimane da fare – ha ammesso – nella nostra famiglia, sia in termini organizzativi e gestionali, sia in termini di riassetto all’interno dell’Unsa, per avviare un miglior volano di attività sindacale quotidiana, facendo tesoro di eventuali errori commessi, ma investendo nel futuro e, quindi, su coloro che vogliono, concretamente, sacrificarsi per gli altri, come ho fatto io per tanti anni, pagandone un caro prezzo a titolo personale”.

Per Callipo, “è importante concentrarsi sul positivo e su ciò che ci unisce, ottimizzando le energie, le idee e il valore aggiunto rappresentato dalla grande opportunità storica che è la nostra Federazione Unsa, sviluppando, ancor di più, il duplice senso di appartenenza, alla comunità salfista e a quella dell’Unsa”. E proprio il Salfi, ha avvertito, “necessita di un tagliando, di un progetto strategico, di una modifica sistemica, con l’Unsa, per l’Unsa e nell’Unsa, non solo per rendere efficace il sindacato, ma per rivolgere uno sguardo più attento alla categoria”.

“Ritengo, per la mia esperienza, che serva attuare – ha spiegato – ciò che a me non è stato consentito, ovverosia un’attenta revisione, un graduale ricambio generazionale, una maggiore presenza negli uffici, una profonda conoscenza delle problematiche territoriali, una spendita quotidiana e una profonda reingegnerizzazione periferica, con un diverso utilizzo dei permessi e dei distacchi e, soprattutto, con una rivisitazione meritocratica dell’erogazione delle, pur necessarie, risorse finanziarie”.

Comunicando che “oggi, dopo quattro mandati, scelgo, ancora una volta, da uomo libero, di non voler più portare una ‘santa croce’ e, quindi, per motivazioni familiari e professionali, non formalizzerò alcuna candidatura al prossimo Congresso”, il segretario generale uscente ha annunciato che la sua “militanza continuerà, nel Salfi, nella veste di presidente onorario a vita e consigliere nazionale a vita, con diritto di voto, laddove sarò a disposizione degli amici dell’Unsa e della Confsal, per qualsiasi utilità che vorranno trarre dalla mia storica militanza ed esperienza professionale”. Infine, ha parlato degli appuntamenti che attendono la categoria nel 2018: “Le Rsu a marzo 2018 e i probabili Congressi Unsa in primavera e Confsal in autunno”.