Roma, 17 mar (AdnKronos) – Un che torna tra le gente, aperto, che valorizzi territori e giovani e che sia il baricentro di un nuovo campo largo del centrosinistra. Nicola Zingaretti, dal palco dell’Ergife, mette le basi del suo Pd. “Cambiare tutto, cambiare tutti noi” per tornare a vincere e battere la destra di Matteo Salvini, nella scommessa di un nuovo bipolarismo con il ridimensionamento dei 5 Stelle.
“Serve un nuovo Pd, che non è una bad company” ma “deve cambiare tutto a cominciare dallo statuto per impedire la salvinizzazione del Paese” e da una unità interna che Zingaretti concretizza anche con la proposta di un vicesegretario della minoranza, in pole Simona Malpezzi. Un lavoro che inizia subito perché le prime sfide sono alle porte: le amministrative e le europee del 26 maggio. E non solo. Zingaretti vede vicine anche le elezioni politiche. “Il governo non regge”. Un lungo discorso, a tutto campo, quello del nuovo segretario Pd all’assemblea nazionale dem. Una riunione affollata. Circa 2000 persone in platea tra delegati, ospiti e invitati. Non c’è Matteo Renzi che manda il suo augurio via Twitter.
NUMERI ASSEMBLEA, GENTILONI PRESIDENTE – La nuova assemblea Pd consegna a Zingaretti una maggioranza solida: 663 delegati per il neo segretario, 228 per la mozione Martina e 119 per quella Giachetti. Il nuovo presidente è Paolo Gentiloni che ha nominato vicepresidenti Debora Serracchiani (Martina) e Anna Ascani (Giachetti). Il nuovo tesoriere è Luigi Zanda. Astenuta area Giachetti, voto a favore di quella Lotti-Martina.
“PARTITO, CAMBIARE TUTTO” – “Dobbiamo voltare pagina. Dobbiamo cambiare noi, tutti noi, occorre un partito diverso, più aperto, più inclusivo, realmente democratico. Serve un partito che, oltre alla difesa giusta delle cose fatte, riprende a fare politica e tornare a parlare a chi ci ha sentiti lontani, indifferenti. Un Pd che torni al senso della sua missione. A volte tutti noi siamo stati sovrastati da una montagna di frasi fatte, intenti roboanti e dalla cima di questa montagna abbiamo perso la quotidianità della vita”, dice Zingaretti. “Serve più riformismo per affrontare il futuro. Dobbiamo rimettere al centro la giustizia sociale, perché la lotta alla povertà è la condizione per stare meglio tutti”. Altro obiettivo è “ricostruire una classe dirigente italiana. Dobbiamo conoscere il passato per vivere il presente e costruire il futuro. Mettiamoci alle spalle le contese sugli equilibri interni, avviamo una dialettica nuova tra le componenti. Non dobbiamo più neppure lambire una politica lontana dalla vita”.
“ALLEANZE, SUBITO COORDINAMENTO OPPOSIZIONI” – Serve “un campo più largo per rispondere alla Lega che è il vero dominus del governo. Ora è possibile e noi ora dobbiamo muoverci, insieme, mettendo in campo una nuova fase e per farlo dobbiamo voltare pagina”, dice Zingaretti. E “del grande campo democratico che si batte contro destra e 5 Stelle potranno farne parte anche forze diverse, forze civiche ma anche di orientamento liberale, persino nobilmente conservatrici che sono ugualmente lontane da Salvini. Noi non dobbiamo aprire con queste forze moderate una concorrenza distruttiva per portare a una responsabilità comune insieme delle forze di opposizione”. Quindi Zingaretti propone: “Anche in Parlamento noi dobbiamo fare un passo in avanti e propongo una fase di rafforzamento, di collaborazione” dando vita a “un coordinamento di tutti i gruppi parlamentari di opposizione” come primo passo di “un possibile nuovo campo del centrosinistra nella battaglia sui temi dell’oggi”.
“EUROPEE, DA TSIPRAS A MACRON” – Anche dopo il no di +Europa, “resta il progetto di una lista ampia e unitaria per le Europee, voglio andare avanti e andremo avanti, il movimento d’opinione sul manifesto di Calenda diventi un compagno di viaggio per le elezioni di maggio, la nostra lista sarà aperta e innovativa, con le migliori energie europeiste per difendere e rifondare l’Europa. Ringrazio Pisapia per aver deciso di darci una mano”, dice Zingaretti e rilancia la proposta di Romano Prodi: “Il 21 marzo promuoviamo come primo atto una giornata di mobilitazione per la nuova Europa, solo quella federale potrà difendere la sovranità italiana”. E infine un campo largo anche in Ue: per le elezioni europee “voglio rilanciare lo slogan da Tsipras a Macron: siamo forze diverse ma in quel Parlamento condurremo una battaglia comune per la nostra democrazia”. Zingaretti ha ringraziato Matteo Renzi per aver sciolto il nodo della collocazione europea del Pd portandolo nel gruppo S&D.
“GOVERNO NON REGGE, PRESTO AL VOTO” – Il momento di tornare al voto “secondo me non è lontano perché il governo non potrà reggere a lungo a questo show confuso dell’antipolitica è destinato a sfarinarsi e a dividersi” dice Zingaretti all’assemblea Pd. E per questo occorre farsi trovare pronti con “un’altra ipotesi di governo”. Attacca Zingaretti: “Il Paese è bloccato e sta decadendo. Il Pil è fermo, nel prossimo autunno ci sarà bisogno di una manovra di decine di miliardi di euro e sarà drammatica”. “Su tutte le questioni più urgenti – osserva ancora – abbiamo un governo che pronuncia solo degli imbarazzanti ‘ni’ con una fraseologia tipica della prima Repubblica. L’Italia è un grande Paese che non si governa con i ‘ni’, non si governa con l’immobilismo”.
“SU FAMIGLIA, LEGA SQUALLIDA E IPOCRITA” – “A fine mese si sono dati appuntamento a Verona con il solito atteggiamento bifronte e ipocrita del nostro governo, a loro diciamo che la famiglia è una comunità di affetti, non gerarchie o politiche ideologiche e autoritarie che mirano a costringere a casa le donne” afferma Zingaretti, cui l’Assemblea del Pd ha riservato in questo passaggio una ‘standing ovation’. “Alle famiglie e alle donne italiane, che difenderemo sempre”, dice ancora il segretario del Pd aggiungendo: “A chi ha organizzato Verona e al nostro squallido governo diciamo che alle famiglie italiane servono cose concrete”.
I 4 PILASTRI DEL PROGRAMMA DI ZINGA – Quattro sono i pilastri del Pd di Zingaretti: “Infrastrutture materiali, serve un grande piano per un’Italia più sicura ma anche più rispettosa dell’ambiente. Perché solo con una svolta green si può tornare a produrre ricchezza. La riconversione ecologica dell’economia è il futuro. L’Italia deve contribuire all’obiettivo di emissioni zero in Europa”. Il secondo pilastro sono le infrastrutture immateriali, la Rete: “Serve un grande piano per rilanciare innovazione e sapere e superare il digital divide”. Terzo l’infrastruttura della conoscenza: “Investire sulla scuola e sull’istruzione pubblica come architrave di un’ampia operazione di crescita culturale”. Quarto, welfare e sanità: “Non crediamo nella monetizzazione del welfare, non daremo tregua a questo governo. Ci batteremo per la sanità pubblica promuovendo quota 10, ossia un incremento di 10 miliardi per aumentare i livelli di assistenza e assumere 100mila nuovi operatori nella sanità pubblica italiana. La vera priorità di questa epoca è il lavoro, in tutto il Paese ma soprattutto nel Mezzogiorno”.
PRIMO ATTO DI ZINGARETTI DA SEGRETARIO- “Una corona a Porta San Paolo per onorare la memoria di chi ha combattuto per la nostra libertà” il primo atto da segretario del Pd di Nicola Zingaretti che ha postato su Facebook una foto dell’omaggio alla Resistenza a Porta San Paolo.
SÌ ASSEMBLEA A NUOVA DIREZIONE – L’Assemblea del Pd ha approvato la lista dei 120 nomi dei componenti eletti della Direzione. La lista è passata con 6 astenuti. Tra questi, Francesco Boccia, Carlo Calenda, Monica Cirinnà, Cesare Damiano, Paola De Micheli, Michela De Biase, Marianna Madia, Pierfrancesco Maiorino, Andrea Martella, Marco Minniti, Andrea Orlando, Roberta Pinotti, Barbara Pollastrini, Marina Sereni, Sandra Zampa, Matteo Mauri, Tommaso Nannicini, Matteo Richetti, Alessia Morani, Francesco Verducci, Alessia Rotta, Dario Parrini, Beppe Fioroni, Ivan Scalfarotto, Maria Elena Boschi. A questi bisogna aggiungere i membri di diritto e i 20 nomi, comunicati in Assemblea, scelti direttamente dal segretario come prevede lo statuto. Tra questi Ermete Realacci, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, Peppe Provenzano, Sergio Lo Giudice, Marco Furfaro di Futura, l’economista e vice presidente dell’Emilia Romagna Elisabetta Gualmini. Nella nuova Direzione, a quanto viene riferito, gli ‘zingarettiani’ sono 78 su 120, al netto dei membri di diritto. Mentre sui 20 nomi scelti dal segretario, Zingaretti ne ha ceduti 6 ai ‘martiniani’ scegliendone così solo 14.