Cantare la Passione, Lina Sastri interpreta la religiosità popolare con Miserere

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“Miserere mei Deus, pietà di me, oh Dio”. Così recita il salmo 51 dell’Antico Testamento quando Davide esprime la sua accorata supplica al Signore. Venerdì 7 e sabato 8 aprile alle 21 al Centro di Cultura Domus Ars (via Santa Chiara, 10 Napoli) va in scena “Miserere” – Cantare la Passione, una cantata popolare a cura di Carlo Faiello, prodotta dall’associazione “Il canto di Virgilio”. Protagonista è Lina Sastri nel ruolo della Madonna e, accanto a lei, altri due grandi voci napoletane come Antonella Morea e Brunella Selo. Alla chitarra c’è Maurizio Pica che ha curato anche le elaborazioni musicali e il resto del cast è completato da: Emanuela Loffredo, Paola Salurso, Mary Iannone, Marta Guida, Caterina Melone, Manuela Pepoli, il Quartetto Santa Chiara e il Coro del Cilento antico; Pasquale Nocerino al violino; Peppe Carannante al clarinetto; Marco Pescosolido al violoncello. Maestro del Coro Massimiliano Luciani (Dipartimento di musica Popolare R. Goitre di Vallo della Lucania); musiche di Carlo Faiello.

Il musicista partenopeo ha condotto una serie di ricerche su parte del repertorio musicale para-liturgico di tradizione orale della regione Campania. Gli studi condotti dal maestro Faiello, si sono focalizzati sui canti e le liturgie nel Cilento Antico, Zona Vesuviana, Terra di Lavoro, Costiera Amalfitana. Un flusso sonoro di “canto sacro”, di materia linguistica dialettale e non, di musica etnica, di modalità lessicali e gestuali carico di significati e di stratificazioni. A ciò si aggiungono le composizioni originali di Faiello. “Ho immaginato uno spettacolo sulla religiosità popolare, un dramma cantato e recitato in forma dialettale che raccoglie idiomi diversi della Campania. Una Passione laica che proviene dalle antiche processioni e cerimonie del Sud Italia. Lina Sastri è la Madonna, straziata dal dolore per il figlio in croce che rappresenta la condizione degli umili, sottomessi e umiliati dal potere dominante”, dice Carlo FaielloL’ interpretazione drammaturgica della madre di Cristo, interpretata da Lina Sastri, è quella sofferente di ciascuna madre dinnanzi alla morte del proprio figlio. Lo strazio e la tragedia sono messi a nudo anche attraverso il canto e la voce dell’artista. Trai pezzi cantati dalla Sastri ci sono: Rose e spine, Sento l’amato Figlio, Sona ca sceta.

E’ uno spettacolo corale, di donne, che affronta il dolore della perdita di un figlio, Gesù. Spesso mi è capitato di interpretare Maria in vari lavori da “Madonna del Carmine” di Roberto De Simone a la “Buona Novella” di De Andrè, dallo spettacolo “Passio Omnis” di Calenda al film tv “San Pietro”, con Omar Sharif. Sono felice di ritrovarmi ancora in questo ruolo anche perché all’interno di un lavoro intenso e affascinante tra prosa e musica”, aggiunge Lina Sastri