Capri, chiude fino al termine dell’anno l’ufficio del Giudice di Pace

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di Marco Milano
Stop all’ufficio del Giudice di Pace di Capri sino al 31 dicembre 2020 e attività trasferite presso il Tribunale di Napoli, reazione delle due amministrazioni comunali isolane, dell’Unione Nazionale Consumatori e del gruppo consiliare “CapriVera” per chiedere l’immediata riattivazione dei servizi sul territorio isolano. Una disposizione, contenuta in un decreto del Presidente del Tribunale di Napoli, prevede, infatti, che almeno fino al termine dell’anno scorso le udienze vengano “celebrate” nel capoluogo partenopeo. Tra i motivi del provvedimento vi sarebbe la difficoltà di sostituire nell’immediato l’unico dipendente in servizio a Capri, recentemente scomparso. “Effetti destinati ad avere natura dirompente” hanno lamentato a seguito del provvedimento le due amministrazioni isolane, in una nota congiunta. I due sindaci di Capri e Anacapri, Marino Lembo e Alessandro Scoppa, hanno inviato nelle scorse ore ai presidenti del Tribunale e della Corte d’Appello di Napoli, alla Procura di Napoli ed al consiglio dell’ordine degli avvocati del distretto partenopeo una lettera con la quale si è sottolineato “la stretta e irrinunciabile necessità di valutare la decisione assunta contemperando e ponderando le probabili conseguenze di tale decisione rispetto alle esigenze della popolazione residente sull’isola”. Il documento dei due comuni isolani ha focalizzato l’attenzione dei destinatari anche “riguardo al contenzioso pendente e potenziale ma anche rispetto al compimento di attività essenziali per coloro che vivono sul territorio isolano e riscontrabili nell’accesso all’ufficio per il giuramento di perizie, la richiesta del casellario giudiziario ed ogni altra attività di pertinenza di un piccolo ufficio giudiziario, da oltre venti anni operante a Capri”. Nella lettera è stato anche ricordato che i locali che ospitano l’ufficio del Giudice di Pace di Capri sono di proprietà del comune di Capri ed erano stati concessi gratuitamente proprio con l’obiettivo di “mantenere sul territorio isolano l’unico presidio giudiziario, nell’interesse dei cittadini, degli operatori di giustizia e degli imprenditori, così assicurando l’accesso alla giustizia senza gli oneri e i disagi connessi allo spostamento verso la terraferma, particolarmente patiti nel periodo invernale”. Con nota, a firma del delegato per l’isola di Capri dell’Unione Nazionale Consumatori, Teodorico Boniello, inviata al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, alle istituzioni giudiziarie del Tribunale di Napoli ed al Prefetto di Napoli Marco Valentini, il provvedimento è stato definito “ingiusto e gravemente lesivo dei diritti fondamentali dei cittadini capresi – si legge nell’istanza -, e, in particolare, viola, in maniera evidente, il diritto all’accesso alla giustizia ed alla difesa, diritti garantiti costituzionalmente ed inviolabili e non tiene soprattutto conto delle peculiarità geografiche di un’isola, come Capri. In particolare, cittadini, utenti e operatori della giustizia, – si spiega nella nota – si vedrebbero costretti a recarsi a Napoli, per di più in un periodo di pandemia, aumentando, così, i rischi di contagi, sopportando ingenti spese e costi di trasferta per controversie di modico valore economico, ma non di non minore importanza rispetto alle altre”. Dal gruppo consiliare “CapriVera” si parla di “una decisione molto grave dal momento che – dice il capogruppo Roberto Bozzaotre – una tale scelta è di sicuro pregiudizievole nei confronti dei cittadini capresi, che sarebbero costretti a sostenere costi più elevati per la tutela dei propri diritti e che si vedrebbero quindi privati di un diritto che è costituzionalmente garantito. Inoltre – prosegue Bozzaotre – preoccupa l’eventualità che tale decisione oggi dichiarata come provvisoria possa col tempo diventare definitiva”.