Capri Hollywood smaschera il Soviet del grande schermo

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La locandina di “Messico in fiamme” di Evgeny Grebenshikov (1982), uno dei manifesti esposti negli spazi Epochè e nella Galleria Nabis di Capri fino al 3 gennaio. Trenta opere in esposizione, dal primo Dopoguerra agli anni Sessanta e Settanta, un percorso tra i manifesti – e quindi l’identità – del cinema sovietico del passato. L’omaggio è firmato Capri Hollywood, una mostra organizzata dalla Galleria 56 di Bologna negli spazi Epochè e nella Galleria Nabis che sarà inaugurata oggi dal sindaco di Capri Gianni de Martino, l’assessore alla cultura Caterina Mansi ed il delegato al turismo Antonino Esposito, insieme ai curatori Alan Serri e Mariano della Corte. Brindisi con Franciacorta e musica lungo la strada con la colonna sonora affidata al gruppo isolano Yaxe, Ottavio Crovato e Giovanni Paglioni, chitarre acustiche ed armonica,musica strumentale anni ’60 e ’70 e melodie di film famosi. All’evento partecipano gli esercizi più “in” delle strade coinvolte, la champagneria dell’Aurora, la boutique della maison Isaia, la Nabis (via Fuorlovado 1) e l’Epoché (via Le Botteghe 56) che ospiterà l’esposizione fino al 3 Gennaio. I manifesti originali del cinema sovietico dagli anni Venti in poi offriranno un’occasione di liaison e scambio culturale fra il cinema hollywoodiano, quello italiano e il repertorio cinematografico russo che fuproprio uno dei territori di iniziale divulgazione della Settima Arte attraverso la creazione dei primi manifesti cinematografici sin dall’avvio del secolo scorso. La mostra dal titolo “Il cinema sovietico nei suoi manifesti” vuole costituire unmomento di incontro per mettere in risalto l’arte cinematografica sovietica, nella quale il manifesto, sia per scopi politico-propagandistici sia per fini più genericamente artistici, fu una delle forme espressive più importanti dell’arte di quest’area fondametale del globo. Tra gli artisti protagonisti dell’appuntamento, grandi registi come Chazanovskij, Grebenshikov, Kononov, Ostrovskij Ruklevkij e Zelenskij. Il tour di opere, un tuffo nella cultura sovietica attraverso le locandine, include anche una serie di preziose litografie firmate da Bograd, Chomo, Dmitriev e Poderevjanskij.