Carife, 26 addetti napoletani aderiscono a uscita volontaria

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Con gli esuberi Carife si va ai tempi supplementari. Il tavolo azienda-sindacati, al termine di cinque ore di confronto, ha infatti deciso di riaprire i termini per le adesioni volontarie alle tre opzioni previste dall’accordo di San Silvestro, anche se l’obiettivo minimo per la validità dei patti è stato ampiamente superato. La soglia era come noto fissata a 300 adesioni e ne sono giunte 330, a -20 dalla quota gradita dall’azienda, che è appunto 350. Il dato è molto alto e quasi sorprendente, considerato l’approccio piuttosto lento: evidentemente c’è stato un vero e proprio rush finale nelle adesioni. La riapertura dei termini vale fino al 27 gennaio, con riconvocazione del tavolo il 31 gennaio, e riguarda evidentemente le due opzioni di licenziamento volontario, visto che i pre-pensionamenti con scivolo di 5 anni sono stati sostanzialmente esauriti, con 98 adesioni. L’opzione più gettonata è stata quella emergenziale, che dà l’accesso ai benefici della mobilità per due anni con l’aggiunta di 40 mesi di stipendio lordi: è stata scelta da 171 dipendenti. Minoritaria l’opzione delle 48 mensilità secche e uscita immediata, che ha raccolto 61 domande. Il contributo più consistente viene dai dipendenti ferraresi. Sono ben 241 le richieste di adesione provenienti da Ferrara e provincia, seguite a grande distanza da Napoli, con 26 adesioni (quindi una ventina di dipendenti di Commercio e finanza hanno scelto di trasferirsi a Ferrara dopo la chiusura degli uffici napoletani); poi hanno lasciato 21 dipendenti modenesi, e questo è un dato atteso in quanto l’annunciato arrivo della modenese Bper mette a rischio i loro posti. Ecco le altre suddivisioni territoriali: 8 esodi da Bologna e Reggio Emilia, 7 da Rovigo e Padova, 6 da Parma, 4 da Roma e 2 da Ravenna.