Caro Pier Paolo, a Bacoli la presentazione del libro di Dacia Maraini

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L’Occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

di Gaetano Romano

Caro Pier Paolo: questo il titolo dell’ultimo libro della scrittrice Dacia Maraini, che su questo e sulla vita soprattutto, del grande scrittore, poeta, e regista, nato a Casarsa in Friuli e poi definitivamente trasferitosi a Roma negli anni cinquanta all’indomani della fine della guerra, ha parlato al folto pubblico presente nel Palazzo dell’Ostrichina, nel Complesso della Casina Vanvitelliana del Fusaro di Bacoli, nella ricorrenza del centenario della nascita dell’intellettuale.

Una serata di intensa cultura e partecipazione, soprattutto di giovani e di tutte le fasce di età, a testimoniare l’amore per la scrittura della Maraini, e dei suoi temi che da sempre l’accompagnano, e in sottofondo, evocato e altrettanto amato, la figura di uno dei massini intellettuali del secondo Novecento: Pier Paolo Pasolini, con cui la scrittrice, ha viaggiato lungamente, e raccontato episodi toccanti inerenti i loro spostamenti nelle terre d’Africa, come quello che vide il regista partire nel cuore della notte da un piccolo villaggio senza linea telefonica, e percorrere cinquanta chilometri per poter parlare, come sempre faceva a fine giornata, con la mamma a Roma tanto amata a cui era legata da affetto indissolubile. 

Il convegno, a conclusione della mostra Pasolini 22 22, nata in Spagna, e poi transitata in Italia, con tappe alla Fondazione Ortega di Bosco, frazione di Celle di Bulgheria in provincia di Salerno, per onorare la straordinaria figura dell’artista di Josè Ortega, spagnolo anti franchista esule in Italia, prima in Basilicata e poi innamorato delle luci e del mare del Cilento dove stabilì il suo buen retiro – nonché a Cerreto Sannita e a Giffoni Valle Piana –   è stata curata da Enzo Trepiccione, Carlos Salas, e Antonio Ciraci –  che ricopre in seno alle manifestazioni e alla programmazione culturale e artistica del sito del Fusaro, la carica di direttore artistico. 

Questi gli artisti componenti della collettiva: Alejandro Torres, Carlo de Lucia, Cesare Serafino, Claudia Buttignol, Deborah Napolitano, Enzo Treoiccione, Kraser, Lucio Afeltra, Luz Banon, Manuel Perez, Salvador Torres, Simone Ostan Simone, Virginia Bernal, Vittorio Vanacore.

A volere la scrittrice Dacia Maraini, già insignita dal Sindaco di Bacoli, Josi Gerardo della Ragione, della cittadinanza onoraria, sono stati l’Assessore alla Cultura Mariano Scotto di Vetta e Ernesto Salemme, che ha dialogato lungamente con la scrittrice in sala.

Intermezzo musicale con la voce appassionata del soprano Chiara Polese, accompagnata al pianoforte dal Maestro Luca Spinosa, che ha interpretato toccanti arie della Callas, che aveva intrattenuto con Pasolini, un lungo controverso rapporto affettivo, e che aveva anche in più occasioni viaggiato con la comitiva che sempre negli anni lo circondava ( Maraini, Moravia, Morante ) condividendo esperienze di viaggio e anche disagi per i luoghi impervi attraversati.

Dacia Maraini, con la sua umanità di scrittrice dalla parte delle donne e dei più deboli, ha poi toccato la dolorosa vicenda della fine, per mano secondo la voce della cronaca, di un certo Pelosi, dietro cui certamente ha detto, c’erano bel altri figuri, e che per anni hanno insistito sul delitto di cronaca nera, sfruttando l’omosessualità del poeta in maniera aberrante, nascondendo i reali motivi della sua eliminazione fisica.

Scriveva Pier Paolo “Io so, ma non ho le prove”, frase lapidaria e premonitrice ( scomparsa Mattei, stragi italiane )  che inchioda storicamente le responsabilità di quanti a vario titolo ( servizi segreti deviati, forze occulte dedite a depistaggi, altri poteri non meglio identificati )  hanno coperto tutto sotto la coltre dell’omosessualità, raccontando all’opinione pubblica che il poeta e regista se l’era cercata. 

Terribile menzogna quando copre, questo e tanti altri misteri d’Italia, che non sono misteri, ma reali mistificazioni ad uso e consumo di orribili poteri, che vivono silenti nell’ombra, minacciando la democrazia.