Caso, composizioni e dissolvenze, ecco Napoli

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Ogni caso Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso? La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo. Ascolta come mi batte forte il tuo cuore. Wislawa Szymborska


[caption Ogni caso Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso? La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo. Ascolta come mi batte forte il tuo cuore. Wislawa Szymborska


E’ il solito gioco labirintico di questa città indispensabile ma impossibile, con i suoi luoghi, le persone, le situazioni, il caso e la sua capacità involontaria di rimettere sempre tutto in gioco con lacerazioni, che aprono per scoprire la bellezza e le possibilità. Ma non la scoperta di qualcosa di fermo solo da contemplare, ma che può essere generativo, che rilancia giochi pensabili dalla mente per toccare l’anima e forse l’azione. La pensabilità è il primo passo verso la speranza e quindi l’ipotesi di cambiamento. Il punto complicato è che non appena raccolgo un numero sufficiente di “punti abbandono”per allontanarmi dal dolore che questa città provoca, ecco che accade qualcosa che mi porta, non inaspettatamente, “punti d’amore” che avvicinano al piacere. E allora l’ambivalenza continua, il suo gioco semaforico perverso, dove l’intreccio tra il verde che allarga la viabilità, il rosso che la blocca, e il giallo che esprime le possibilità, rende difficile decidere cosa fare. Allora mi fermo, perché questo è un gioco che vuole impedire qualsiasi decisione definitiva, mantenendo insieme la disperazione e la speranza, la paura e la gioia, la bellezza e la bruttezza. Mantenendo, in sostanza, una contemporaneità polifonica che però non riesce a diventare armonia. Ecco il tema dell’incontro che ora presenterò, ho fatto questa considerazione generale per introdurre un’altra scheggia di valore che propongo, anche come informazione preziosa da ricercare. Sono ospite nel museo del corallo di Ascione in galleria Umberto, invitato per un breve incontro con Aldo Masullo che parlerà della musica, della sua relazione con la giustizia e la comunicazione. Sono sicuro che sarà, come il solito, avvincente. Mi trovo in un luogo unico al mondo, nel suo genere. Una breve nota storica: Ascione è la più antica manifattura di Torre del Greco nel delicato e prestigioso settore della lavorazione artistica del corallo, del cammeo, della madreperla, delle pietre dure e dei metalli preziosi. Dopo la liberalizzazione dal monopolio della fabbrica reale avvenuta nel 1815 Giovanni Ascione, figlio dell’armatore di “coralline” Domenico, decise di dedicarsi alla manifattura del corallo, attività importata a Torre del Greco agli inizi del XIX secolo. Giovanni e i suoi dieci figli riuscirono a far conoscere il marchio Ascione per la raffinatezza della loro produzione ricevendo poi i numerosi riconoscimenti internazionali, visibili nelle sale del Museo, al punto da divenire fornitori ufficiali della famiglia reale che gli conferì il privilegio di fregiare il marchio con le insegne di Casa Savoia. Un posto stupendo guidato con amore e alta professionalità che “si sente”e si vede. Molti sono, come il solito, in ritardo. Aldo Masullo è gia arrivato e si sta preparando. Sta dando valore a chi incontrerà, l’unico modo per riceverne. Quanti non hanno capito questa fondamentale, basilare forma di comportamento sociale. Per inciso qualcuno arriva esattamente dieci minuti prima che lui finisca, ma mi chiedo: ”Avranno qualche brandello di vergogna?” Masullo aprendo l’incontro, dopo aver salutato i “nobili d’animo” ricorda Claudio Abbado che affermò: “Non c’è solo un valore estetico nel fare musica: dalla sua bellezza intrinseca, in grado di comunicare universalmente, scaturisce un intenso valore etico.” Prende spunto da questa frase per fare alcune considerazioni che aprono altre prospettive e per quel che mi riguarda, capisco, seguendo le sue considerazioni, che se si sa sentire la musica conoscendo anche l’origine che l’ha prodotta, allora si riesce ad ascoltare intensamente e oltre che sentire, si può “vedere”. Vedere qualcosa che ha a che fare, ovviamente, con l’immaginazione e sensibilità di ognuno. E’ forte e chiara la suggestione, che Masullo propone con le sue considerazioni della musica con la comunicazione, la creazione, l’armonia e la bellezza possibile. La musica consente di esprimere qualcosa che le parole non sono in grado di comunicare, ha una sua grammatica universale e contiene logiche nel vento, ma che arrivano e comunicano a tutti. Nella sua essenza metafisica la società umana può essere considerata una polifonia. Alcuni termini che si usano nel linguaggio musicale sono quelli che si esprimono nella società quando gli esseri umani riescono a vivere bene insieme e ottenere bellezza e valore. Le parole sono: concordanza, accordo armonia, concertazione, unisono. Parole cariche di significato alto e positivo. Le suggestioni della musica sono potenti per rimandare ad altro: la comunicazione appunto, l’universalità ma anche il respiro, quindi la vita, il tempo, i tempi musicali quindi ancora la vita. La traccia e la trama di uno spartito rimandano alla storia e alle relazioni umane, la relazione tra se stessi e il mondo. Sono qui in questa situazione che combina armoniosamente bellezza, storia, pensiero, intelligenza e penso che questa sia una scheggia d’armonia. Lo so scendendo troverò qualcuno che urla, qualcuno che ha paura, la sporcizia, troverò la solita cacofonia. Ma lo stupore è dietro l’angolo.