Il desiderio di normalità involve la rinascita intellettuale che a Napoli è sempre vivida necessitando di incontri e coinvolgimenti che non sempre si possono ridurre ad un webinar. L’Ing. Bruno Russo, giornalista del Roma e del Denaro, nonché direttore del quotidiano telematico ‘Corriere Blu’, ha pensato bene di creare un nuovo simposio umano per eventi, dibattiti e condivisione della cultura mediterranea, con particolare riferimento alla diplomazia che in epoca di internazionalizzazione ha una valenza maggiore.
Ingegnere, quale l’importanza in tempi di covid, di diffondere cultura con un Centro Studi?
“L’importanza esiste in tempi di covid e normali, non c’è differenza. L’unica cosa è la mancanza di contatto e convivio che involve i soci del Centro, che non si può ridurre ad un webinar. Oggi si fa poca cultura, tranne che a livello diplomatico, perché vista la complessità dei rapporti tra Stati, risulta essere l’unico anello di congiungimento tra popoli in conflitto”.
Quindi un Centro che ha differenti libertà di pensiero?
“Io credo nella politica come valore e non apprezzo l’antipolitica tuttora imperante, e nel contempo credo che la cultura non abbia colore perché il pensiero politico è cresciuto attraverso degli ideali di opposta veduta che nei libri sono condivisi ma nella realtà non esistono più o non sono accettati; ostacolati da qualunquismo, buonismo e politically correct.
In questo contesto la Diplomazia e l’internazionalizzazione delle imprese detta oggi le linee guida del futuro, con un occhio particolare ai giovani, e con stretto riferimento alla rubrica ‘Vita Consolare’ che conduco all’interno del noto giornale Il Denaro”.
Ma potranno da qui nascere altre opportunità?
“Infatti, e proprio per questo, ho fondato il Centro Studi Samuel Ullman e ho continuato a gestire il gruppo Facebook, che si chiama “Essere Giovani” dal nome di uno degli scritti famosi dello stesso Ullman. Un gruppo che ha raggiunto circa 300 membri e che sarà fucina intellettiva per il Centro con un periodico cartaceo, sempre con lo stesso titolo. Ci sarà un Direttore di periodico di grande spessore: il Console Francesco Cossu; già entusiasta e in attesa di partire alla grande”.
Qual è lo spirito di ‘Essere Giovani’ allora?
“Samuel Ullman tra le tante cose che lo resero importante, era convinto che la giovinezza è uno spirito che non ha età. Si può essere vecchi a 20 anni e giovani a 80: uno spirito che non è settario rispetto all’anzianità. Io faccio sempre l’esempio dei Rolling Stones che è il gruppo più longevo del rock che ha avuto la capacità di non dividersi mai, e quindi di lasciare le competitività fuori dal lavoro. Suonano ancora anche se i loro volti sono segnati dal tempo e se non fossero musicisti, in Italia li avrebbero chiusi facilmente in una casa di riposo”.
Quindi anche gli argomenti del cartaceo saranno con questo spirito?
“Sicuramente e aggiungo anche a titolo gratuito perché non ci sarà quota di iscrizione, che per molti può essere un ostacolo, ma solo una scheda di iscrizione e l’invito tramite la Pagina Facebook del Centro o il Gruppo ‘Essere Giovani’ a partecipare ad eventi e a scrivere per il periodico, selezionando argomenti di cultura generale sempre con la compliance del nostro Direttore Responsabile. Oggi ci si può incontrare poco e con molte limitazioni; quindi cercare di fare un centro importante e degli eventi senza coinvolgere le tasche dei soci sarà una priorità e un nostro vanto. Si può fare bene con poco e anche con nulla, basta avere buona volontà e trovare le persone giuste”.
Quale sarà la realtà dominante del Centro Studi Samuel Ullman?
“L’emozione. Ricordo il fremito quando ci sedemmo al fresco estivo per vedere l’atterraggio del primo uomo sulla luna; ricordo l’emozione di molti giovani, quando non esistevano le radio libere, nell’attendere programmi radiofonici come ‘Popoff’ per conoscere i nuovi album in uscita; ricordo quando non si era schiavi dei dibattiti tv e si parlava senza la paura; ricordo quando si cercava di dare risposte e si ragionava con scienziati seri. Oggi serve comunicare a trecentosessanta gradi e assieme per capire dove stiamo e dove conviene andare, senza sterili reminiscenze classiche a senso unico che poi finiscono per essere solo autocelebrative e non fungere da fermento giovane”.