Duecento pullman con oltre diecimila lavoratori. Entra nel vivo la macchina organizzativa di Cgil, Cisl e Uil Campania in vista della manifestazione nazionale unitaria di sabato 9 febbraio a Roma.
Nella conferenza stampa tenutasi in mattinata i segretari generali di Cgil e Uil Campania Nicola Ricci e Giovanni Sgambati e il segretario regionale Salvatore Topo hanno ribadito l’importanza della manifestazione che li vede protestare unitariamente contro una manovra che penalizza non solo lavoratori, pensionati, donne e giovani perché incapace di rilanciare l’economia e contrastare l’aumento della disoccupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, ma che avrà ricadute nefaste sul territorio campano in quanto priva di un progetto organico di crescita del Mezzogiorno.
“Saremo in tanti a Roma sabato prossimo – hanno affermato Ricci, Topo e Sgambati per dire una cosa chiara: vanno modificate le politiche di questo Governo che non danno prospettive di crescita e non creano occupazione. La manifestazione è il naturale epilogo ad una serie di richieste mai prese in seria considerazione dal Governo, a cominciare da quelle per il Mezzogiorno che necessita di ulteriori investimenti in infrastrutture e interventi concreti sul sociale. E’ proprio il Mezzogiorno che potrebbe avere la peggio dalla~legge ~di bilancio 2019, il taglio delle risorse previsto porterebbe un rallentamento della ripresa economica della nostra regione che fino ad oggi ha fatto da volano alla ripresa del~Sud” . Anche in materia di autonomia differenziata i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito come essa “è destinata ad aumentare il gap già grave esistente nella qualità dei servizi pubblici in materie quali infrastrutture, scuole e sanità, offerti a quei cittadini rispetto a quelli più svantaggiati del Sud. Disuguaglianza che frena la~crescita e lo sviluppo di questi territori. Noi abbiamo la consapevolezza – hanno proseguito – che il Sud resti una risorsa centrale per rilanciare il Paese: marginalizzarlo ancora di più non conviene a nessuno. Così come riteniamo che la corsa al regionalismo differenziato potrebbe avere ricadute negative sulla tenuta dell’unità e della coesione sociale del Paese. Per questo- hanno concluso- oltre alla riunione prevista per il 21 febbraio di tutti i quadri e dirigenti delle tre organizzazioni sindacali abbiamo messo a punto una serie di proposte per continuare sulla strada del dialogo anche a livello regionale per cercare soluzioni per le grandi questioni ancora aperte e far sì che le ricadute della manovra impattino il meno possibile sul territorio”.