Chi semina chiodi, dopo non può pretendere di camminare scalzo 

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Alfred Nobel, il chimico e anche imprenditore svedese che, più di due secoli orsono, inventò la dinamite, ovunque ora si trovi, non potrà che ritenersi soddisfatto. Il premio annuale, assegnato a Stoccolma dalla Fondazione che porta il suo nome e da lui creata, è stato assegnato. Esso consiste in una generosa somma di denaro destinata a chi ha eccelso nella materia di cui si occupa. Sembra che lo stesso sia finito nelle mani giuste anche quest’anno. Quello per la pace è stato assegnato all’ attivista venezuelana anti Maduro, Marina Machado. I requisiti che hanno portato a tale decisione c’erano tutti. Non altrettanto é valso per Trump. Senza dubbio alcuno il Tycoon si sta adoperando con mano pesante, espondosi a ogni rischio personale perché nel mondo, almeno nelle regioni dove manca ormai da tempo, ritorni la pace. E, allarme ancora non ben recepito anche dai protagonisti, non si confonda il cessate il fuoco o la tregua che definir si voglia, con la pace nel suo significato autentico. Per completare la realizzazione del suo edificio, mancano ancora diverse e importanti messe in opera che non sono costituite certo da particolari decorativi o di facciata. Questi ultimi possono cedere il passo e aspettare tempi più tranquilli per sentirsi realizzati.Certamente la parte dell’ entourage del Biondo di Washington che stava facendo il possibile perché Trump venisse premiato, d’ora in poi non farà sorrisi e ammiccamenti che davano l’idea che quella premiazione fosse cosa fatta. Per il Presidente disarcionato prima ancor di montare sul cavallo della pace, sarà bene mettere la testa nel frigorifero, almeno per un pò.

Dipenderà molto da cio un tranquillo proseguimento dell’ esercizio della prima parte del suo mandato: esso scadrà alla fine del prossimo anno. Per quanto possa essere importante l’assegnazione di quel premio, al momento niente sta più a cuore al mondo delle vittime che si piangono tutti i giorni. Ciò che indigna di più è che, tra di loro, molte sono civili, buona parte bambini.Fin quando non si chiuderà definitivamente questo triste capitolo, correttezza vorrebbe che si badasse ancor più alla sostanza del problema nei suoi aspetti essenziali. Dove c’è guerra scompare l’ordine d’importanza di tutte le incombenze e necessità svolte normalmente in tempo di pace, tutti i giorni. Dal nutrirsi, al lavarsi, al dormire e molto altro ancora, se la pace è latitante si fa se e quando si può. Parlare di programmi futuri anche per dove oggi c’è pace, non può essere fatto fin quando non cessano del tutto i combattimenti ancora in essere. Il Grillo Parlante della favola di Pinocchio molto probabilmente chiuderebbe la breve e più che sintetica nota avanti scritta con:” stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia”. Certamente più di buon gusto di un Happy Hour , peraltro solo di facciata.

 

 

 

 

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