L’export italiano è finalmente pronto a cogliere i segnali di ripresa attesi da tempo con previsioni di crescita sostenuta a una media annua del 4,5 per cento nei prossimi quattro anni. È quanto emerge da Restart, l’ultimo Rapporto Export di Sace presentato mercoledì scorso a Milano. Secondo le previsioni di Sace, le esportazioni italiane di beni cresceranno del 3,9 per cento nel 2015, un tasso doppio rispetto a quello dell’anno precedente. Il ritmo di crescita aumenterà ul teriorme n te n el t r i ennio 2016-2018, fino ad attestarsi al 5 per cento. Tra i principali raggruppamenti di beni considerati, quello per il quale si prevede un vero boom, considerato il livello relativo già soddi sfacente delle esportazioni, è quello dei prodotti dell’agricoltura e dell’industria alimentare, a cui il Rapporto di quest’anno dedica un approfondimento, con una previsione di crescita media del 6,5 per cento tra il 2016 e il 2018. E a recitare un ruolo di primo piano, assieme a Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Trentino-Alto Adige, sarà la Campania. Basti pensare che queste sette regioni totalizzeranno da sole i 3 quarti dell’export complessivo della filiera agroalimentare, ognuna con un ruolo determinante per i propri prodotti di punta. Nel 2014 l’export di beni della Campania ha pesato dell’8,2 per cento sull’export totale e un contributo importante arriva dai distretti. Per quanto riguarda l’export di alimentari e bevande oltre l’11 per cento proviene dall’industria conserviera, fortemente concentrata dal punto di vista regionale. Alla Campania, che nel 2014 ha rappresentato oltre il 40 per cento delle vendite all’estero per un totale di 1 miliardo e 312 milioni di euro, spetta la parte del leone. La tipologia prevalente di prodotto trasformato èil pomodoro, sotto forma di pelato, concentrato, polpa, succo o passata, ma anche legumi, frutta e agrumi, sottolio e sottaceti hanno un peso di rilievo. La pasta è l’unico prodotto in cui l’Italia è leader mondiale, con una quota di mercato superiore al 30 per cento e un export complessivo di 3,3 miliardi di euro. Nel 2014, la Campania si è classificata terza (a pari merito con l’Emilia Romagna) per l’esportazione di pasta, con una quota export del 14 per cento per un totale di 469 milioni di euro. La regione – insieme a Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte – rappresenta il 70 per cento delle esportazioni italiane complessive Essendo meno rappresentativi della dieta mediterranea, prodotti come zucchero, cacao, cioccolata, tè e caffè solitamente non vengono associati ai prodotti di punta dell’export agroalimentare italiano. Invece sono il secondo prodotto più esportato nel settore agroalimentare (19 per cento del totale), con vendite superiori a 5 miliardi di euro. La Campania è inoltre tra le regioni che contribuiscono maggiormente alla diffusione dei dolci e del caffèitaliani all’estero, e nel 2014 ha esportato dolci e caffè per 205 milioni di euro, con una quota pari al 4 per cento dell’export totale, al quarto posto della classifica italiana. Anche in questo caso i quattro quinti delle esportazioni si concentrano in cinque Regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Campania, dove conta molto la presenza di distretti industriali specializzati. Per rafforzare la presenza delle nostre imprese sui mercati internazionali, Sace suggerisce la valorizzazione della filiera agroalimentare – che rappresenta circa il 10 per cento del nostro export complessivo – e identifica le geografie più promettenti per i prodotti italiani. Per aiutare le imprese a individuare le migliori opportunità di internazionalizzazione e vendita all’estero, Sace ha sviluppato l’Export Opportunity Index, un nuovo indicatore che individua i Paesi che presentano le migliori opportunità per l’export italiano. Le opportunità per l’export italiano sono numerose, con ben 39 Paesi di tutti i continenti che presentano un punteggio superiore a 65: un insieme diversificato di mercati che già rappresentano il 73 per cento dell’export italiano, e che possono essere meglio penetrati dalle nostre imprese.