Il comunicato cinese, risalente al 10 maggio, 2023 esorta le ambasciate a rimuovere manifesti pro-ucraina onde “evitare di provocare conflitti tra Stati”. La notizia comparsa su Il Giornale indica quella ambiguità che contraddistingue la posizione della Cina, nel conflitto e che sembra una posizione non diplomatica ma strategica alla fine, valida per giustificare tutto . La Cina, tramite il suo ministero degli Esteri, ha formalmente chiesto alle ambasciate straniere tra cui l’Italia con l’Ambasciatore Massimo Ambrosetti ( dal 17 Maggio 2023) , e le organizzazioni internazionali straniere presenti a Pechino, di non utilizzare a fini di “propaganda politica” le mura dei loro edifici. A riportarlo è l’agenzia di stampa giapponese Kyodo citando “numerose fonti diplomatiche nella capitale”. Il comunicato. risalente al 10 maggio, esortava in tal senso le ambasciate onde “evitare di provocare conflitti tra Stati” appellandosi al fatto che le istituzioni in questione siano “obbligate a seguire le leggi e i regolamenti cinesi”. Il tutto in netto contrasto con Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e questa è la dimostrazione che la Cina finge di svolgere un ruolo diplomatico di pace ma misura ancora il suo anelito di potenza e prepotenza sullo scacchiere .
La richiesta sembra direttamente connessa al sostegno che, buona parte della comunità internazionale, sta mostrando nei confronti del popolo ucraino. Molte ambasciate infatti hanno affisso manifesti in lingua cinese e inglese raffiguranti la bandiera ucraina e lo slogan #StandWithUkraine. Sempre secondo l’agenzia Kyodo il comunicato non avrebbe sortito alcun effetto; infatti, nessuna delle istituzioni interessate (a partire da Polonia, Germania e Canada) ha provveduto a rimuovere i cartelli “incriminati”.