Circo in crisi, calano spettatori e incassi: in Campania crollo del 32%

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E se, dopo duemila anni, il circo si stesse preparando a smontare il tendone e andarsene via per sempre? Stretto tra crisi economica, polemiche animaliste e bambini sempre piu’ attratti dalle meraviglie di tv e videogiochi piuttosto che a quelle del tendone, il movimento circense si trova oggi in grandissima difficolta’ con spettatori e incassi in netto calo. Il rischio, in mancanza di una riforma e’ che vada perduta una tradizione straordinaria. E’ quanto emerge dallo studio realizzato dal Censis in collaborazione con la Lav sul mondo circense in Italia e sul possibile impatto della legge di riforma del settore. Tra il 2010 e il 2015, -11% di spettacoli, -5% di spettatori, -9% di contributi pubblici, azzerati gli investimenti. In calo il numero di spettacoli anche nelle regioni a tradizione circense.
Tra il 2010 e il 2015 il numero di spettacoli messi in scena e’ passato da 17.100 a 15.242, con una riduzione dell’11%. Il calo e’ piu’ evidente al Centro (-29%), in particolare in Umbria (-53%), ma anche in regioni con una forte tradizione circense come la Toscana (-30%) e il Lazio (-20%). Al Sud (-10%) la riduzione e’ stata forte in Abruzzo (-60%), Campania (-32%) e Puglia (-23%), mentre Calabria (+46%) e Sicilia (+55%) mostrano un sensibile aumento. Segno negativo anche per il Nord-Est: -15%. In controtendenza – si legge nella ricerca condotta dal Censis – rispetto al dato nazionale e’ il Nord-Ovest (+20%), in particolare la Lombardia (+29%), che nel 2015 e’ stata la seconda regione per numero di spettacoli circensi dopo la Sicilia (rispettivamente con 1.725 e 2.034 rappresentazioni).