Claretta Petacci, il giallo di una vita spezzata. Maria Pia Paravia: Ecco la vera storia dell’amante del Duce

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in foto Maria Pia Paravia, autrice de "Il giallo di una vita spezzata"

E’ possibile essere presenti nel passato? A chiederselo è Maria Pia Paravia nell’introduzione a un libro singolare, “Il giallo di una vita spezzata” (Graus Edizioni), nel quale la scrittrice tenta di ricostruire, come dice lei stessa, i frammenti di “un’esistenza inserita nel pentagramma della storia del Novecento, quella di Clara Petacci, meglio conosciuta come Claretta, l’amante di Mussolini”.
E’ possibile, dunque, essere presenti nel passato immedesimandosi, per giunta, in un’esistenza che non è la propria e, come se non bastasse, rimettere sui giusti binari quella storia? Sì, risponde Maria Pia Paravia. E il mezzo è la poesia. “Una distorsione temporale e un’evocazione immaginativa – scrive l’autrice – possono ricostruire realtà che la storia consegna barricate in un sistema di simulazioni stratificate”.
Certo: la poesia, ma non solo. Soltanto una caparbia ricerca storiografica e la comprensione amorevole di una donna hanno potuto rendere possibile, come in un transfert psicolanalitico, che l’io narrante diventasse “la voce femminile di chi, nel raccontarsi, prova pietà di se stessa” e che, ormai libera dal risentimento e priva di pulsioni terrene, potesse restituire la verità dei fatti, perché “nel ricordo stempera con pacato rimpianto le dolci esperienze e le amare conseguenze”.

Ed ecco la genesi di questo libro piccolo e prezioso in cui l’autrice ripercorre in forma di ballata – una ballata che di volta in volta da poesia si trasforma in racconto, diario, storiografia, – la vita della donna che pagò con la vita la sua fedeltà all’uomo che, come dice lei stessa, “fin da piccola idolatravo”, “al quale ho dato tutta me stessa e i miei sogni”, in “un’intensa relazione senza finalità”.
Insomma: quella di Claretta è la vita “emblematica e solitaria” di una “protagonista minore in una tragedia annunciata con un finale di partita tutto da riscrivere”. Da riscrivere anche grazie ai documenti, finora inediti, consultati dalla scrittrice (i diari della Petacci conservati presso l’Archivio centrale dello Stato sarebbero palesemente falsi).
Nel libro si parla anche della morte dell’amante del duce, proponendo una nuova verità: “Lungo il lago di Como l’auto dei Petacci – Claretta non è dunque insieme a Mussolini – viene fermata a un posto di blocco: il fratello Marcello si presenta come un diplomatico spagnolo, ma non viene creduto. I partigiani anzi riconoscono Claretta e la scaraventano fuori dall’auto. Si compie allora il massacro, con la violenza, le sevizie e poi l’uccisione”.
Ciò che ci è stato fin qui raccontato, dunque, non è che una ricostruzione di comodo. Una vita doppiamente spezzata quella di Claretta Petacci: dalle giravolte della storia e da quelle della memoria. E alla quale, forse, soltanto l’amore e la tenacia di una donna-sorella, unite al talento, poteva tentare di offrire un risarcimento.