Cnr, brevettato l’impianto “mangiafanghi”: riduce l’80% degli scarti della depurazione

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L’Ufficio italiano Brevetti e Marchi del ministero per lo Sviluppo economico ha concesso il brevetto ad un ‘Impianto per il trattamento dei reflui urbani’, conosciuto anche come processo “Mangiafanghi” per via della sua capacita’ di ridurre significativamente la produzione dei fanghi della depurazione, tutto made in Puglia, progettato da Cisa spa di Massafra (Taranto), azienda che si occupa di trattamento e valorizzazione dei rifiuti, e l’Istituto di Ricerca sulle Acque del Cnr (Irsa). Sono state già avviate le procedure di Pct (Patent, Cooperation Treaty) per estendere il brevetto anche in ambito internazionale. La validazione del processo e’ stata effettuata negli ultimi due anni presso il depuratore dell’agglomerato di Putignano di Acquedotto pugliese. Nel darne notizia, i tecnici della Cisa sostengono che si tratta di “una vera e propria rivoluzione tecnologica che in futuro consentira’ grandi risparmi alla comunita’, se si pensa che, nonostante il volume dei fanghi prodotti da un depuratore di reflui urbani rappresenti solo l’1% del volume di reflui che affluisce all’impianto, il suo trattamento e smaltimento finale puo’ arrivare ad incidere fino al 60% sui costi della depurazione”. Il processo, in grado di ridurre del 77% la produzione di fango rispetto alla filiera di trattamento tradizionale, e’ stato validato in piena scala nell’ambito del progetto Mangiafanghi, finanziato nel bando dei cluster tecnologici della Regione Puglia, che vede la sinergia tra Cisa spa (capofila), Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa-Cnr), Lenviros srl, Socrate srl, Ad. Eng. Srl.