Combattere il cancro come un’infezione: una ricercatrice campana guida il Working Group sull’immunoterapia

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in foto Concetta Quintarelli, responsabile del Laboratorio di Terapia Genica dei tumori del Bambino Gesù

Combattere il cancro alla stregua di un’infezione. Si chiama immunoterapia ed è l’approccio terapeutico innovativo che punta ad attivare il sistema immunitario del paziente per riconoscere ed eliminare le cellule neoplastiche. A questa specialità è dedicato il neonato gruppo di lavoro, coordinato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, di Alleanza Contro il Cancro (Acc), la più grande rete di ricerca oncologica italiana, che mette insieme 20 Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico (Irccs). Il Working Group si occuperà della identificazione dei biomarcatori altamente predittivi di risposta ai nuovi approcci immunoterapici al fine di individuare in maniera precoce quei pazienti che ne possono beneficiare. In questo modo sarà possibile evitare di esporli a trattamenti potenzialmente associati ad effetti collaterali in assenza di beneficio. Questo approccio consentirebbe inoltre di ridurre la spesa farmaceutica del Sistema Sanitario Nazionale per terapie ad alto costo. L’attività sarà coordinata da una ricercatrice campana, proveniente dalla Federico II, Concetta Quintarelli, responsabile del Laboratorio di Terapia Genica dei tumori del Bambino Gesù, e si concentrerà sulla conversione dei pazienti non responsivi in responsivi con lo sviluppo di nuove terapie combinate. Nel futuro molto prossimo il Working Group ha l’obiettivo di estendere tale approccio a vari tipi di tumore oltre a quello al polmone, “non dimenticando – sottolineano i promotori – che oltre ai pazienti adulti vi è la forte necessità clinica di intervenire con approcci innovativi anche nel contesto di quelli pediatrici, spesso non presi in considerazione dagli investimenti delle case farmaceutiche, ma estremamente bisognosa di ricevere cure sempre più all’avanguardia. “Il futuro – afferma Quintarelli – si concentrerà sulla creazione di terapie mirate e specifiche per ogni singolo paziente ottenibili solo tramite un lavoro di rete come in Acc. La caratterizzazione approfondita di ogni singolo paziente ci permetterà di impostare correttamente la terapia aumentandone il beneficio e riducendone al contempo la tossicità”.