Come mi dimetto?

25

Roma, 16 ott. (Adnkronos/Labitalia) – Negli Usa un manager cambia lavoro in media ogni 4 anni, e in Italia registriamo una tendenza simile. Ciò significa che un professionista deve affrontare quella che gli anglofoni definiscono ‘I quit’ conversation con il proprio capo all’incirca una decina di volte. Wyser, società internazionale di Gi Group che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali, ha stilato un vademecum per aiutare i manager e i dipendenti ad affrontare e gestire il momento delle dimissioni.

“Le dimissioni – commenta Carlo Caporale, amministratore delegato di Wyser Italia – sono un passaggio delicato nella carriera professionale. Spesso percepite con un’accezione negativa, possono anche essere fonte di ansia. In realtà, sulla base della nostra esperienza con i manager possiamo affermare che, se ben ponderate, sono la premessa a un periodo di crescita professionale e anche di maggior soddisfazione (non solo economica)”.

“Non parliamo infatti – precisa – di casi di job hopping (la tendenza a cambiare spesso lavoro) esagerato, che fa a volte sospettare una scarsa lealtà nei confronti dell’azienda. Ma di opportunità di carriera di fronte alle quali sosteniamo un professionista che decide di coglierle”.

Cambiare lavoro è quindi di per sé un evento stressante nella vita di una persona. Così come lo è comunicarlo al proprio capo. “Esistono – afferma Carlo Caporale – consigli che valgono un po’ per tutti e che condividiamo con i nostri candidati nei passaggi di carriera. Cambiare lavoro e, quindi, comunicarlo al proprio responsabile fa parte del mondo del lavoro. Per cui siamo felici di condividere alcuni accorgimenti, grazie ai quali i professionisti possono cogliere nuove opportunità senza dover vivere il licenziamento volontario come un evento stressante”.

Ecco, quindi, il decalogo di Wyser:

Non sei il primo e non sarai l’ultimo – Il tuo capo avrà già affrontato questo discorso, probabilmente da entrambi i punti di vista. Ricordatelo prima di iniziare a parlare.

Ricorda e rispetta la gerarchia – Non farne parola con i tuoi colleghi, anche con quello più amico, prima di averlo comunicato al tuo responsabile e alle HR.

Sii sincero, ma conciso – ‘Dove andrai?’. Rispondi in modo trasparente, senza pensare di dover fornire troppi dettagli. Ma se vai da un competitor limitati a dare qualche informazione sui progetti e le attività, senza fare nomi.

Mostra disponibilità – Il preavviso è il minimo che si aspetteranno, per questo prova a considerare di garantire un po’ più di tempo e, soprattutto, rassicura il tuo capo sul passaggio di consegna.

Mantieni gli standard – A tutti gli effetti sei ancora una risorsa e il tuo team ha ancora bisogno di te. Pertanto, porta a termine i progetti intrapresi e fino all’ultimo sii produttivo.

Fai attenzione alla logica del rilancio – Se sei arrivato al punto di dare le dimissioni, non sarà un aumento retributivo a farti stare meglio dove non volevi più rimanere.

Evita il ricatto – Non minacciare di andare via solo per ottenere qualcosa in più. Magari sarà anche un metodo efficace, ma non è professionale.

Porta via con te i sassolini nelle scarpe – A breve varcherai la soglia per l’ultima volta. Sappiamo che a volte può essere davvero un sollievo, ma ciò non ti autorizza a dare sfogo a incomprensioni passate.

Non è la fine – Il mondo del lavoro è piccolo. Se questo significa che è meglio lasciarsi nel migliore dei modi, d’altra parte vuol dire anche che restare in contatto con i colleghi è possibile.

Chiedi aiuto – Il passaggio di carriera da un’azienda all’altra può essere facilitato dalla consulenza di un professionista. Affidati a lui in questo iter.