Comunali, de Magistris bis: Il popolo vince contro poteri e apparati

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“Abbiamo vinto contro poteri e apparati, il popolo mi è stato accanto e ha vinto”. Luigi de Magistris sconfigge nettamente, per la seconda volta, l’avversario del centrodestra Gianni Lettieri nel ballottaggio-fotocopia di cinque anni fa: le percentuali sono simili a quelle di allora (66,8 a 33,2), ma per l’ex pm la vittoria di quest’anno ha un significato politico molto più forte, quello dell’unicum nazionale di un sindaco riconfermato in una grande città senza avere partiti alle spalle. De Magistris assicura di voler rimanere sindaco per l’intero mandato, ma pensa anche a un progetto politico più ampio, con il modello Napoli ‘antisistema’ da trasformare in “forza nazionale e internazionale”. Magari anche attraverso un asse con i Cinquestelle, vista l’identità di molti punti programmatici. “Qui ha vinto la rivoluzione che ha governato, abbiamo scritto un pezzo di storia”, è la sintesi del vincitore. Si chiude una campagna elettorale caratterizzata da aspre tensioni con l’avversario Lettieri, dal braccio di ferro a distanza con Renzi (che il sindaco ha accusato di utilizzare il ruolo istituzionale per “fare campagna elettorale” a Napoli a favore di Valeria Valente), dal gelo crescente con il governatore De Luca. De Magistris racconta di non aver ricevuto da Lettieri la classica telefonata di congratulazioni (“nemmeno un sms”), ma non se ne stupisce: “Ha condotto una campagna contro di me all’insegna del rancore e dei veleni, e ne ha raccolto i risultati”. Al premier, invece, il sindaco si rivolge per ricucire i rapporti dopo le tensioni su Bagnoli: “Gli chiederò un incontro per parlare dei nostri progetti. Vogliamo la massima collaborazione con Governo e Regione Campania”. Chi ha perso sostiene che la vittoria di de Magistris sia indebolita dall’astensionismo record. Alle urne per il ballottaggio è andato il 35,98% degli aventi diritto: “Non può essere un napoletano su tre a decidere il futuro della città”, annota Lettieri, visibilmente amareggiato dalla seconda sconfitta. “Non ho ancora deciso se resterò tutti e cinque i prossimi anni in Consiglio. Non sono un politico e non voglio fare il politico. Sono un imprenditore e i prossimi anni per me saranno di riorganizzazione, anche personale”. In ogni caso, Lettieri sente “la coscienza a posto, potrò dire di essermi impegnato per la città”. Mara Carfagna, eletta in Consiglio comunale con il maggior numero di preferenze, rilancia la battaglia di opposizione per Forza Italia: “Ci sono e ci sarò, marcheremo stretto de Magistris per denunciare le sue bugie”. Il Pd, intanto, si lecca le ferite dopo la sconfitta di Valeria Valente al primo turno. L’ex candidata dem fa sportivamente gli auguri a de Magistris, mentre si aspetta la nomina del commissario annunciata da Renzi dopo la batosta di due settimane fa. Una ricostruzione non facile, se è vero che il vento politico della città non spira certo in direzione del partito di governo. Antonio Bassolino, ormai incarnazione della voce critica del Pd, sintetizza così la situazione nazionale: “Per il Pd è una brutta botta. La sconfitta di Torino, il disastro di Roma e la catastrofe di Napoli sono pesanti e danno al voto un segno negativo e preoccupante. Sono dunque indispensabili una riflessione di fondo e un serio cambiamento del modo di essere del Pd”. Quanto a Napoli, “era tutto scritto, annunciato e voluto dagli strateghi locali e dai loro protettori nazionali. Adesso bisogna fare quello che si doveva fare da tempo: commissariare il provinciale e il regionale ed azzerare il tesseramento – conclude l’ex sindaco – senza guardare in faccia a nessuno”.