Comunali, Industriali: Napoli va trasformata in una smart city

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“A Napoli vanno realizzate condizioni di attrattività per capitali internazionali, non solo endogeni o comunque nazionali. Napoli va trasformata in una smart city, sul modello di esperienze già vissute in Europa e nel Mondo e con un disegno di sviluppo inclusivo per le zone periferiche, che vanno in tal senso recuperate a una identità estetica e funzionale, dotandole di servizi all’altezza di una metropoli evoluta”. E’ quanto pensano gli industriali della provincia di Napoli. La proposta è contenuta in un documento che è stato approntato in occasione dell’incontro tra i candidati sindaci che si terrà nel pomeriggio di oggi presso la sede dell’Unione degli industriali, in piazza dei Martiri. “La metamorfosi virtuosa puo’ essere agevolata dal Pnrr, i cui assi strategici – digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale – rappresentano linee di indirizzo basilari per il conseguimento dello scopo. Bisognerà utilizzare in maniera coerente ed efficace – suggeriscono ancora gli industriali – i fondi FSC e le ingenti risorse messe a disposizione dal POR e dal PON 2021/27. Ciò sarà possibile anche promuovendo un nuovo protagonismo di giovani preparati e formati con il supporto e l’interazione con il mondo accademico e produttivo”. Il sindaco di Napoli sarò anche sindaco della citta’ metropolitana e quindi dovrà interessarsi anche delle sorti di una vasta area che è, in alcuni casi, anche densamente abitata. Su scala metropolitana, dicono gli industriali napoletani, “vanno realizzate condizioni che favoriscano nuovi insediamenti, dalla infrastrutturazione di aree industriali spesso ancora carenti anche nei servizi primari, al decollo della Zona economica speciale, con la realizzazione degli opportuni collegamenti intermodali oltre che con condizioni agevolative fiscali, contributive e di semplificazione amministrativa”. Interventi e processi che possono essere avviati “con l’indispensabile coinvolgimento delle imprese. In tal senso andrebbero ripristinate esperienze analoghe ai Comitati di indirizzo dei distretti, promossi dalla legge n. 317 del ’91”. Ovviamente “porto, aeroporto, trasporto su ferro e su gomma devono essere tasselli armoniosi su cui innestare uno sviluppo di nuovi traffici e insediamenti produttivi. E’ fondamentale a tal fine garantire fluidità ai vari snodi, nell’ottica dell’intermodalità, ma per ottimizzare il trasporto delle persone e la movimentazione delle merci su scala locale è necessario condividere un Piano della Mobilità Sostenibile dell’Area Metropolitana”. Particolare attenzione dovrà essere data al turismo con concrete misure di sostegno: “incentivi e/o riduzioni Imu e Tari, finalizzate all’incremento delle strutture alberghiere, anche attraverso il riutilizzo di un patrimonio pubblico spesso svilito o abbandonato al degrado; disincentivi all’uso di alloggi per ‘fitto breve’; apertura al pubblico di siti di particolare attrazione, allo stato inaccessibili; potenziamento dei trasporti in particolar modo finalizzati a veicolare flussi turistici; destinazione esclusiva a sostegno del comparto delle risorse ricavate dalla tassa di soggiorno”.