di Ugo Righi
Si parla sempre più spesso di “Visione”.
Forse buon segno ma ci rendiamo conto di cosa significa? Fermo restando che è vero che servirebbe una visione, bisogna capire che questo il implica condivisione, il che implica comunicazione, il che implica apertura e intelligenza.
Altrimenti, come molto spesso accade, si usano parole scintillanti, e questo è tutto quello che si fa per dimostrare il proprio impegno appassionato.
La visione senza condivisione strategica è solo un miraggio. È la sua potenziale raggiungibilità che la rende credibile, ed è la sua “bellezza” che la fa attrattiva. Avere una visione come dichiarazione, ripeto, è facilissimo, andare verso la sua conquista è un’impresa. La visione è la rappresentazione mentale e descritta di un futuro desiderabile, ambizioso, decisamente migliore del presente, della realtà attuale. Il visionario di valore non è un sognatore e neanche un fanatico, è un creatore di senso vissuto e concretezza realizzativa fecondata da creatività. Il visionario, sempre di valore, sa che serve capitale per andare verso la meta, e che il vero capitale è dato dalla massa critica di soggetti, di persone, che diventino partner per uno scopo comune vantaggioso per tutti, ossia che trasformino la visione in condivisione uscendo dalla mortale suddivisione. Una visione consistente porta a risultati nel breve per poter esistere oggi e coltivare il futuro perché è li che vivremo il resto della nostra vita. Ma occorre vivere oggi se vogliamo che arrivi il domani che è già qui. Per un momento abbiamo sperato che la grande paura del corona virus, consentisse nuovi pensieri, e forse veramente stavano nascendo ma ora mi sembra che stiano riaffiorando vecchi copioni e i soliti giochi che non divertono nessuno. Spero di sbagliarmi.