Confcommercio, Sangalli: Giù l’Irpef per incoraggiare la ripresa

60
“C’è qualche dato positivo, penso alla timida ripresa degli investimenti, all’uscita dalla deflazione, alla crescita dell’occupazione e, appunto, del reddito disponibile. Ma che tutto questo si traduca in maggiori consumi non è affatto scontato. La fiducia di imprese e famiglie è decrescente, né il dato puntuale di dicembre può rassicurare. Il quadro complessivo resta fragile e le nostre previsioni per il 2017 non superano l’1% per il Pil e lo 0,6% per i consumi. Una ripresa con la “sordina” insomma”. Lo afferma Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, in un’intervista al Corriere della Sera in edicola oggi. Quanto ai saldi, “la partenza è in linea con il 2016. Vedremo questo weekend. Il problema strutturale della nostra economia è la domanda interna debole – spiega Sangalli -. Si è perso troppo in consumi e, soprattutto, in investimenti, ecco perché la crescita di un punto non ci entusiasma”. Alla domanda se il settore non percepisca il calo della pressione fiscale, il presidente di Confcommercio risponde così: “C’è bisogno di un’accelerazione, di un cambio di registro. Per noi è necessario abbandonare la logica dei bonus discriminatori e dei premi selettivi. Serve più coraggio e determinazione, per eliminare gli sprechi e la spesa pubblica improduttiva che, come da nostra analisi, solo negli enti locali ammonta a oltre 20 miliardi di euro: qui si possono trovare le risorse per iniziare finalmente un percorso certo di riduzione generalizzata delle aliquote Irpef. Una misura di cui beneficerebbero tutti i contribuenti in regola con impatti immediati sul capitale fiduciario indispensabile per crescere”. 
Quanto alla legge di bilancio, per Sangalli “ci sono diverse apprezzabili misure per il sostegno al tasso d’investimento e al contrasto alla povertà. Si è scongiurato l’aumento dell’Iva nel 2017. Una questione però che già si ripropone – e con maggiore potenziale gravità – perché nella stessa legge sono previsti aumenti Iva pari a circa 43 miliardi complessivi nel 2018-2019. Guardando i conti pubblici valuto positivamente le misure per salvare le banche, perché il nostro sistema creditizio è di vitale importanza per il sostegno alle famiglie, ai risparmiatori e all’economia reale, in particolare nei territori dove è necessario tener ben presente le specificità e le esigenze delle imprese che rappresentiamo. Va bene anche il reddito di inclusione per il contrasto alla povertà. Per tutto questo però servono coperture e, senza sembrare sospettoso, non vorrei che all’orizzonte ci fosse uno scambio con l’aumento dell’Iva. Un’ipotesi sciagurata questa che rischierebbe di riportare l’Italia in una nuova prolungata stagnazione, senza escludere una recessione”.