Confindustria Avellino, Salvagnini Industriale si rilancia in Irpinia grazie a Fondimpresa

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Ad Avellino un esempio di rinascita aziendale. Si tratta della Salvagnini Industriale di Montefredane, fabbrica specializzata nella produzione di macchine utensili per lo stoccaggio e per la movimentazione dei fogli di lamiera, che nella fase più dura della crisi economica è riuscita a rilanciarsi puntando su innovazione e formazione.
E i numeri del rilancio dell’azienda iscritta a Confindustria Avellino sono chiari: 22 milioni di euro nell’esercizio 2018-19, che in termini numerici significano quasi il raddoppio del fatturato dello stabilimento di Montefredane, e incremento del numero dei dipendenti da 54 fino a un centinaio.
La svolta impressa dal gruppo vicentino Salvagnini (che conta in totale circa 400 milioni di fatturato e 1750 addetti) inizia nel 2011 e si fonda su due elementi cardine, da un lato la “lean production”, filosofia che punta al miglioramento continuo (Kaizen) delle condizioni interne dei processi aziendali per ottenere output d’eccellenza, dall’altro la riqualificazione delle competenze. A facilitare questo processo di rinnovamento è stata Fondimpresa, fondo interprofessionale di Confindustria.
“L’azienda ha cambiato mentalità sia grazie a questi programmi sia grazie all’arrivo di nuovi manager provenienti da multinazionali – ha spiegato Sergio Avallone, amministratore delegato e business unit manager di Salvagnini Industriale in una recente intervista al Sole24Ore – Nel 2011 aveva sei tipologie di macchine in produzione e ne producevamo circa 200, attualmente ne abbiamo oltre 30 e ne produciamo oltre 300. Questo ha determinato un numero di configurazioni e di componenti da gestire sempre maggiore, che solo con un cambio di mentalità poteva essere affrontato”.
Fondamentale per il successo l’aggiornamento professionale e organizzativo in azienda: 200 ore annue focalizzate soprattutto sull’evoluzione 4.0 degli impianti attraverso il ricorso ai sistemi ciber-fisici e alle tecnologie cloud, big data e Iot. E’ stato lo stesso Avallone a spiegare che “evolvendo la tecnologia, evolvono anche le macchine: ora le componenti elettro-meccaniche rappresentano il 50-60%”.