Confindustria, Boccia a Repubblica: Obiettivo crescita deve essere del 2%

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“Il governo dovrebbe darsi un obiettivo di crescita del 2% mettendo in campo politiche dell’offerta selettive perché le risorse sono poche e non è più il tempo di redistribuzione a pioggia”. Intervistato da Repubblica, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia chiede all’esecutivo di puntare sul sostegno alle imprese, anche per sostenere la domanda. “Servirebbero tre miliardi di euro. In gioco – spiega – c’è la sopravvivenza stessa del sistema produttivo, schiacciato tra la svalutazione competitiva di altre monete e la minore produttività rispetto alla Germania”. “Riteniamo che questa debba essere la stagione della consapevolezza, non esistono le bacchette magiche. La prossima legge di Bilancio non risolverà i problemi del paese ma può indirizzare le scelte a sostegno dell’offerta”, il che significa “rendere competitive le imprese, intervenire sui fattori orizzontali e trasversali e non di settore”, dice Boccia. “Va innalzata la produttività e per questa via le retribuzioni”. Quanto all’incremento degli stanziamenti per il rinnovo dei contratti pubblici e per l’aumento delle pensioni più basse, “se dovesse tradursi in una disattenzione totale alle politiche dell’offerta sarebbe un errore”, dichiara. Sul modello contrattuale, “pensiamo che si debba rafforzare la detassazione dei premi di produzione all’interno dello scambio salario-produttività. Le relazioni industriali devono essere un fattore di competitività, come è successo in Germania”, afferma Boccia, secondo cui “più che cambiare le regole dobbiamo rendere conveniente per imprese e lavoratori il salario di produttività detassato. Se si rafforza questo meccanismo sarà più semplice poi passare alla modifica delle regole. Viceversa se partiamo dalla teoria rischiamo di non andare molto avanti”. In tema di referendum, “ci siamo schierati senza alcuno scambio. Se vuoi fare politiche dell’offerta devi avere condizioni politiche di stabilità, altrimenti è molto probabile che punti a stimolare la domanda”, conclude Boccia.