Confindustria, Orsini: Ue, mettere al centro l’industria. Le imprese si alleino per spingere la politica verso la crescita

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in foto Emanuele Orsini

In Italia, come in Spagna, il debito pubblico è un “ostacolo che incide sulla competitività, rallentando riforme, semplificazioni e misure per il lavoro. Confindustria ritiene che non basti ridurre il debito: serve che le risorse pubbliche siano usate con efficienza, priorità chiare, costi certi, e che si semplifichi il quadro regolatorio per far ripartire gli investimenti. Dobbiamo prendere esempio dalla Spagna che ha messo al centro del suo progetto di politica economica e sociale l’industria e le sue esigenze”. Lo afferma in una intervista al quotidiano spagnolo Abc il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, reduce da una trasferta in Spagna la scorsa settimana per incontri bilaterali con gli industriali spagnoli. Orsini nell’intervista, tuttavia, chiede anche all’Europa di “fare la sua parte e avere le idee chiare, mettendo al centro della propria agenda la politica di attrazione degli investimenti e tutto quello che serve per aiutare la crescita, a cominciare dagli Eurobond”. Per il numero uno degli industriali italiani occorre rafforzare in Ue il Mercato unico. “Se vogliamo sfruttare tutto il suo potenziale, le barriere che ancora rimangono vanno rimosse il prima possibile – afferma – Ma per questo serve più coraggio da parte della politica. E noi, le imprese, dobbiamo allearci per muovere la politica e far risorgere l’Europa”. Parlando con il quotidiano spagnolo, Orsini osserva poi come “l’instabilità politica ostacoli sempre le imprese”, riferendosi al particolare momento di blocco istituzionale che sta attraversando la Spagna. “Ogni ritardo nell’approvazione delle leggi, ogni incertezza sulle regole, scoraggia gli investimenti e indebolisce la fiducia – afferma – Le imprese hanno bisogno di stabilità, di norme chiare e tempestive: è la condizione minima per poter programmare e affrontare mercati sempre più competitivi”. “Una politica bloccata – afferma – genera costi che non ricadono solo sulle imprese, ma sull’intero sistema Paese”.
Orsini nell’intervista affronta anche il tema del costo dei contributi sociali. “Noi abbiamo chiesto un taglio strutturale e permanente del cuneo fiscale, che in Italia è tra i più alti d’Europa: non un intervento temporaneo, ma una riforma che alleggerisca i costi del lavoro e renda più conveniente creare occupazione stabile. Sarebbe un beneficio per i lavoratori, che avrebbero più reddito netto, e per le imprese, che potrebbero investire con più forza in innovazione, sostenibilità e crescita – spiega – L’industria italiana è pronta a fare la sua parte”. Altro tasto dolente è la competitività a livello europeo. Orsini a tal proposito osserva che “il senso di urgenza che dovrebbe accompagnare l’applicazione delle misure proposte da Draghi e da Letta è troppo debole. In Europa ci vogliono in media 18 mesi per approvare una nuova legge, tempi incompatibili con le esigenze di un’impresa”. A livello di politiche di bilancio in Europa “Va mantenuta la centralità della politica di coesione con una governance multilivello, per assicurare un futuro anche alle regioni meno sviluppate. Per quanto riguarda la competitività, l’approccio proposto dalla Commissione va nella giusta direzione, legando i fondi per la ricerca e innovazione allo sviluppo industriale. Più in generale, strumenti di debito comune saranno necessari per finanziare una vera politica industriale europea, capace di mobilitare anche risorse private con un effetto moltiplicatore. L’ipotesi di una tassa diretta sui fatturati delle imprese, come la proposta Core, invece, va contro ogni obiettivo di favorire la competitività”. Infine, lamenta il presidente di Confindustria, “le normative sugli appalti pubblici restano troppo rigide, con regole nazionali che spesso aggravano i costi e scoraggiano la partecipazione delle imprese. È necessario semplificare le procedure, garantire la revisione automatica dei prezzi e introdurre maggiore flessibilità contrattuale. Così gli appalti possono diventare un vero strumento per sostenere investimenti, innovazione e competitività in Europa”.