Confindustria, Papa Francesco agli imprenditori: mettere al centro l’uomo

75

Al centro di ogni impresa ci deve essere l’uomo: “non quello astratto, ideale, teorico, ma quello concreto, con i suoi sogni, le sue necessità, le sue speranze e le sue fatiche“. È l’invito che Papa Francesco ha lanciato ai circa 7mila imprenditori di Confindustria che questa mattina hanno partecipato all’udienza nell’aula Paolo VI in occasione del Giubileo dell’industria. “Questa attenzione alla persona concreta – ha aggiunto – comporta una serie di scelte importanti: significa dare a ciascuno il suo, strappando madri e padri di famiglia dall’angoscia di non poter dare un futuro e nemmeno un presente ai propri figli; significa saper dirigere, ma anche saper ascoltare, condividendo con umiltà e fiducia progetti e idee; significa fare in modo che il lavoro crei altro lavoro, la responsabilità crei altra responsabilità, la speranza crei altra speranza, soprattutto per le giovani generazioni, che oggi ne hanno più che mai bisogno“.

I giovani sono “prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione” e le imprese non devono guardare agli anziani “come inutili e improduttivi“. Papa Francesco indica ai circa 7mila imprenditori di Confindustria le categorie “da proteggere“. “Nel complesso mondo dell’impresa – ha spiegato il Papa – “fare insieme” significa investire in progetti che sappiano coinvolgere soggetti spesso dimenticati o trascurati“. Tra questi, anzitutto, le famiglie, “focolai di umanità, in cui l’esperienza del lavoro, il sacrificio che lo alimenta e i frutti che ne derivano trovano senso e valore“. E, insieme con le famiglie, ha aggiunto il Papa, “non possiamo dimenticare le categorie più deboli e marginalizzate, come gli anziani, che potrebbero ancora esprimere risorse ed energie per una collaborazione attiva, eppure vengono troppo spesso scartati come inutili e improduttivi“. E poi i giovani che “prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione, non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro, oltre a un onesto salario, anche quella dignità di cui a volte si sentono privati”. Tutte queste forze, insieme, ha concluso il Papa “possono fare la differenza per un’impresa che metta al centro la persona, la qualità delle sue relazioni, la verità del suo impegno a costruire un mondo più giusto, un mondo davvero di tutti“.