Sostenibilita’ e responsabilita’ sociale non sono e non devono essere piu’ un aspetto marginale in una societa’. Un punto sul quale sono convenuti tutti i relatori seduti al tavolo dell’appuntamento “Sostenibilita’ e responsabilita’ sociale: una sfida per l’industria italiana” organizzato dal Gruppo Tecnico Confindustria per la Responsabilita’ Sociale d’impresa e dall’Unione Industriali di Napoli. Un punto sottolineato non solo dal moderatore Luca Testoni, ma anche negli interventi del presidente dell’Unione industriali Napoli, Ambrogio Prezioso, e dalla presidente del Gruppo tecnico Responsabilita’ sociale d’impresa di Confindustria, Rossana Revello. “Sui temi della sostenibilita’ e della responsabilita’ sociale d’impresa ci rifacciamo ai temi dell’agenda 2020-30. Come Confindustria – ha detto nel corso del suo intervento Rossana Revello – abbiamo scelto di concentrarci su alcuni degli obiettivi che abbiamo visto nel video di presentazione, ovvero crescita e occupazione”. Secondo la rappresentante di Confindustria pero’ le imprese da sole non possono affrontare e risolverei problemi legati a questi aspetti della societa’, ma “dobbiamo farlo assieme a tutti gli attori della societa’. Con il nuovo corso di Confindustria apertosi con la presidenza di Boccia – ha aggiunto Revelo – la responsabilita’ sociale di impresa e’ un fattore fondamentale nella crescita del paese. La responsabilita’ sociale deve essere una caratteristica dominante delle nostre imprese”.
Il suggerimento e’ stato lanciato, ma non e’ ancora stato accolto da molte imprese italiane. Secondo i numeri presentati nel corso dell’evento tenutosi presso la sede dell’Unione industriali Napolidalla Revello solo il 20 per cento delle imprese italiane ha investito realmente nella sostenibilita’, mentre il 60 per cento delle imprese vive in una sorta di zona grigia, per cui non e’ chiaro se intende o meno virare in questa direzione tracciata dal leader di Confindustria. Di certo ha deciso di farlo l’Unione industriali Napoli. “Oggi – ha affermato Ambrogio Prezioso – parliamo di temi fondamentali quali la sostenibilita’, la responsabilita’ e l’etica d’impresa, visti non solo come aspetti valoriali bensi’ come aspetti strategici del business. E’ importante – ha aggiunto – dimostrare come imprese di dimensioni e settori differenti abbiano trasformato e possano continuare a trasformare la propria governance per perseguire scelte imprenditoriali di investimento legate alla sostenibilita’ e alla gestione responsabile dell’impresa, peraltro con effetti vantaggiosi, tangibili e misurabili”. Non piu’ un mero obbligo, ma un fattore competitivo. La sostenibilita’ puo’ diventare dunque anche un’opportunita’ economica per le aziende che decidono di investire in questo campo, come lo e’ gia’ stata in maniera felice per alcune altre che da qualche anno hanno deciso di percorrere questa strada. Da una ricerca condotta da Socialis e’ emerso che l’80 per cento delle imprese che ha piu’ di cento dipendenti investe in sostenibilita’. E i dati dimostrano che c’e’ una crescita costante. Sempre dalla ricerca e’ emerso che il 50 per cento delle imprese italiane hanno investito in sostenibilita’ negli ultimi tre anni. Resta dunque centrale il ruolo delle imprese come ha sottolineato anche il direttore di EticaNews Luca Testoni.
“L’imprenditore ha responsabilita’ maggiori rispetto ad altri in quanto puo’ fare qualcosa di concreto per cambiare il mondo”, ha sottolineato Luca Testoni. All’appuntamento all’Unione industrialiNapoli sono intervenuti, tra gli altri, Stefania Brancaccio, Vice Presidente Coelmo Gruppi Elettrogeni e Susanna Moccia, Responsabile esportazioni La Fabbrica della Pasta di Gragnano.
Il suggerimento e’ stato lanciato, ma non e’ ancora stato accolto da molte imprese italiane. Secondo i numeri presentati nel corso dell’evento tenutosi presso la sede dell’Unione industriali Napolidalla Revello solo il 20 per cento delle imprese italiane ha investito realmente nella sostenibilita’, mentre il 60 per cento delle imprese vive in una sorta di zona grigia, per cui non e’ chiaro se intende o meno virare in questa direzione tracciata dal leader di Confindustria. Di certo ha deciso di farlo l’Unione industriali Napoli. “Oggi – ha affermato Ambrogio Prezioso – parliamo di temi fondamentali quali la sostenibilita’, la responsabilita’ e l’etica d’impresa, visti non solo come aspetti valoriali bensi’ come aspetti strategici del business. E’ importante – ha aggiunto – dimostrare come imprese di dimensioni e settori differenti abbiano trasformato e possano continuare a trasformare la propria governance per perseguire scelte imprenditoriali di investimento legate alla sostenibilita’ e alla gestione responsabile dell’impresa, peraltro con effetti vantaggiosi, tangibili e misurabili”. Non piu’ un mero obbligo, ma un fattore competitivo. La sostenibilita’ puo’ diventare dunque anche un’opportunita’ economica per le aziende che decidono di investire in questo campo, come lo e’ gia’ stata in maniera felice per alcune altre che da qualche anno hanno deciso di percorrere questa strada. Da una ricerca condotta da Socialis e’ emerso che l’80 per cento delle imprese che ha piu’ di cento dipendenti investe in sostenibilita’. E i dati dimostrano che c’e’ una crescita costante. Sempre dalla ricerca e’ emerso che il 50 per cento delle imprese italiane hanno investito in sostenibilita’ negli ultimi tre anni. Resta dunque centrale il ruolo delle imprese come ha sottolineato anche il direttore di EticaNews Luca Testoni.
“L’imprenditore ha responsabilita’ maggiori rispetto ad altri in quanto puo’ fare qualcosa di concreto per cambiare il mondo”, ha sottolineato Luca Testoni. All’appuntamento all’Unione industrialiNapoli sono intervenuti, tra gli altri, Stefania Brancaccio, Vice Presidente Coelmo Gruppi Elettrogeni e Susanna Moccia, Responsabile esportazioni La Fabbrica della Pasta di Gragnano.