Conte: “Avanti fino al 2023”

23

Roma, 21 ott. (Adnkronos) – “In quattro mesi era un cazzo di professorino e adesso è qui a dire ‘cambieremo il mondo’”. Beppe Grillo strabuzza gli occhi, una delle battute più audaci di Italia 5 Stelle le riserva a lui, il docente di diritto privato da 143 giorni alla guida del governo del Paese. arriva senza cravatta ma in vestito blu, un sorriso sicuro lo accompagna durante tutto il corso del suo intervento.

Accolto da applausi calorosi dal pubblico del Circo Massimo, che sembra apprezzare questo pugliese trapiantato a Firenze e, da un giorno all’altro, ritrovatosi a Palazzo Chigi “per caso”, come ammise lui stesso in un incontro pubblico, richiamato subito all’ordine dagli uomini della comunicazione.

Luigi Di Maio lo introduce con parole di miele: “Posso dire che sono orgoglioso del mio, del vostro presidente del Consiglio. Giuseppe Conte è il cittadino che si fa Stato”. Alla vigilia di un appuntamento che fa tremare i polsi – la lettera del ministro dell’Economia Giovanni Tria per difendere la manovra – Conte puntella con decisione il governo giallo verde. Domani andrà alla sala stampa estera a convincere delle ragioni dell’Italia i media internazionali, l’antipasto di quel che sarà lo riserva al popolo grillino.

“Il cammino del governo sarà lungo, molto lungo, se ne facciano una ragione”, dice rivolgendosi ai detrattori dell’esecutivo. Poco dopo rincara la dose. “L’impegno governativo per fare tutto questo è lungo – sottolinea dopo aver tracciato a grandi linee la strada che attende la squadra che presiede – Scrivetevelo: 2023. Ho preso un impegno: sono il garante del contratto di governo e lo sarò fino all’ultimo giorno. Questo Paese lo cambieremo con voi e attraverso di voi”.

Tra un passaggio e l’altro, Conte lancia anche un messaggio pienamente nelle corde del popolo grillino. E’ lì che incassa l’applauso più sentito: “Vi do una notizia in anteprima: mi sono ridotto lo stipendio del 20%, mi sono ridotto anche la scorta perché era giusto farlo”. Un tripudio da applausi tale da far impallidire i volti storici del movimento. Tutti tranne uno. Perché quando sale Grillo sul palco non ce n’è per nessuno.