Contratti di rete tra imprese
Contabili insieme alle Pmi

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Avellino, i commercialisti si mettono al fianco delle Pmi: le possibilità di esportare sono consistenti ma le piccole dimensioni, spesso, fanno da ostacolo. Soprattutto sui mercati internazionali. Ecco perché una soluzione Avellino, i commercialisti si mettono al fianco delle Pmi: le possibilità di esportare sono consistenti ma le piccole dimensioni, spesso, fanno da ostacolo. Soprattutto sui mercati internazionali. Ecco perché una soluzione concreta può essere il contratto di rete d’impresa, introdotti nel nostro ordinamento dal 2006, che consentono di instaurare una collaborazione continuativa e duratura che abbia come scopo comune quello di crescere. In questo contesto, per conoscere potenzialità e strumenti, è centrale la figura del commercialista, che può mettere a disposizione delle imprese le competenze sia in fase di costituzione delle reti, sia in fase di gestione. il tema è talmente centrale da essere al centro del dibattito che la prossima settimana animerà contabili e avvocati ad Avellino in un seminario organizzato dall’Ordine irpino dei commercialisti. “Le aziende della provincia hanno grandi potenzialità – spiega Francesco Tedesco, presidente dei contabili avellinesi, circa mille gli iscritti all’Ordine – soprattutto in campo enogastronomico. Con reti d’impresa e consorzi l’export delle nostre aziende crescerebbe in modo significativo”. “Le difficoltà economico-finanziarie sono trasversali – spiega Tedesco – ma ne risentono soprattutto il Mezzogiorno e in particolare la provincia di Avellino, dove gli imprenditori, singolarmente, non hanno la forza di incidere sul mercato.” In questo ambito qual è il ruolo dei commercialisti? “Noi mettiamo a disposizione le nostre competenze – prosegue Tedesco, al vertice dal gennaio 2013 – nell’assistere le aziende nella costituzione e nella gestione di questi contratti. Siamo al loro servizio per le implicazioni di carattere fiscale, per l’accesso al credito e il supporto tenico”. Una opportunità importante da cogliere, in un territorio, quello irpino, dove le produzioni di qualità non mancano, agroalimentare in cima. “Basti pensare che Avellino, insieme a Cuneo, è al primo posto per numero di vini Docg – precisa il presidente – mentre la Sicilia, patria di tante etichette di qualità, non ne ha neanche una. Se le nostre aziende, tutte di piccole dimensioni, facessero rete avrebbero molto più peso a livello internazionale. Ma non solo: ne guadagnerebbero anche in termini di risvolti sul territorio senza farsi più concorrenza”. Di reti d’impresa discuterà mercoledì 18 marzo in Prefettura. Al tavolo non sono commercialisti, ma anche avvocati dei fori di Napoli e Avellino, per vagliare i diversi aspetti dei contratti di rete. “L’Ordine si pone obiettivi ambiziosi – conclude Tedesco -: il prossimo, operativo tra circa un mese, quello di una sala formazione dove organizzare appuntamenti periodici con una frequenza di 3-4 incontri a settimana”.