Contratti: Genovesi (Fillea), serve strategia rivendicativa a livello diffuso

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Napoli, 3 dic. (Labitalia) – Dare vita a una nuova strategia rivendicativa a livello diffuso. E’ la proposta per l’azione vertenziale e contrattuale lanciata dal palco del congresso nazionale della Fillea Cgil, apertosi oggi a Napoli, dal segretario generale del sindacato, Alessandro Genovesi.

“Riconoscere e contrattare – ha spiegato – la crescita qualitativa dei processi e prodotti anche in termini di maggiore sostenibilità ambientale, nuovi orari (conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, estensione dei diritti a tutti i ‘generi’ e ai lavoratori precari, tutela di tutte le differenze di genere), uno sviluppo professionale delle mansioni più orizzontale, la formazione continua, la partecipazione ai processi organizzativi e di indirizzo nelle aziende, anche in ambito territoriale attraverso nuovi modelli di relazione e di bilateralità, la contrattazione di anticipo”.

Per questo, sarà determinante, ha spiegato Genovesi, nella nuova stagione di rinnovo dei contratti provinciali, il tema dell’inclusione dei lavoratori autonomi in edilizia “definendo linee guida sulla contrattazione in grado di rispondere meglio ai bisogni, oltre che degli operai, di lavoratori autonomi, figure specialistiche, impiegati, tecnici” e continuando a rivendicare il ruolo del contratto nazionale come “strumento anche di politica industriale, di selezione di impresa, di valorizzazione degli investimenti”. “Anche per questo, rispetto all’interpretazione dello stesso Accordo interconfederale del marzo 2018, noi continuiamo a ribadire che l’idea di Federmeccanica di un Ccnl solo cornice normativa e di regolazione del welfare aziendale è un’idea che non ci convince”, ha aggiunto.

“Crediamo alla funzione di autorità salariale del Ccnl come incentivo a competere su capitale e formazione e non sulla riduzione del costo del lavoro. Crediamo nella funzione di ricomposizione, con i diritti di informazione e la contrattazione di anticipo, dei cicli produttivi. Crediamo nella contrattazione nazionale come strumento per praticare la contrattazione di genere. Crediamo nella funzione dei ccnl contro ogni forma di concorrenza sleale, in un mondo del lavoro dove domina la piccola impresa. Per noi, l’innovazione è terreno di sperimentazione dentro cornici definite, dentro regole condivise”, ha detto.

“Il nostro obiettivo è attuare la ricomposizione fabbrica per fabbrica, cantiere per cantiere dei diritti di tutti i lavoratori: questo il messaggio più di fondo dei nostri ultimi 4 anni”, ha rimarcato. Un messaggio che è contenuto nella proposta unitaria ‘Stesso Lavoro, Stesso Contratto’ che, per Genovesi, “deve divenire la priorità verso il nuovo Parlamento, le associazioni datoriali, e anche all’interno della stessa Cgil, dopo una stagione contrattuale in cui alcune categorie hanno alimentato il dumping (Ccnl Multiservizi, Ccnl Metalmeccanico artigiano, ecc.)”.

Dunque il cantiere, ha proseguito Genovesi, come luogo di innovazione, così come la fabbrica, e in questo senso “va la piattaforma unitaria per il contratto unico dei materiali (unificando i contratti legno, lapidei, laterizi, cemento) che per i sindacati non risponde solo alla necessità della riduzione del numero dei contratti, ma pone alle nostre controparti il tema di una contrattazione più attenta alle trasformazioni del ciclo produttivo e all’organizzazione del lavoro”.

Trasformazioni che, spinte dalla ricerca e dalle innovazioni tecnologiche, devono sempre più rispondere “alle domande di sostenibilità e di flessibilità nei materiali da cantiere, fortemente orientati al segmento della rigenerazione e della manutenzione profonda”, ha spiegato.

E’ per accompagnare tale transizione che, unitariamente, ha continuato Genovesi, “chiedemmo al passato governo un tavolo per ammortizzatori sociali ad hoc per il settore del cemento e dei laterizi. E, sempre nella direzione di accompagnare questi settori verso il futuro, sono stati positivi anche gli effetti sul settore del legno-arredo delle politiche su super ammortamenti e industria 4.0. avviate con Calenda e su cui segnaliamo, però, il passo indietro compiuto dalla proposta di legge finanziaria per il 2019 dall’attuale governo”.

“In particolare, infatti, la passata legge finanziaria, oltre a confermare gli incentivi per industria 4.0, aveva aperto un’importante prospettiva anche sindacale, aggiungendo un capitolo di spesa per la formazione dei lavoratori alle nuove tecnologie purché oggetto di accordo. Una rivendicazione forte della Cgil, al centro della Conferenza di Programma. Chiediamo che tale capitolo di spesa, oggi tolto, sia reinserito”, ha concluso.