Coronavirus, attesa per stasera nuova stretta del governo per arginare i contagi

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in foto Lucia Azzolina

Il pressing sul governo centrale e’ sempre piu’ forte perche’ si proceda ad una ulteriore stretta per arginare il contagio da Covid-19. E, in effetti, ulteriori restrizioni per il Paese sono attese ad horas. Fonti di governo non escludono che gia’ stasera l’esecutivo potrebbe orientarsi in questa direzione. Il presidente del Consiglio, spiegano, “ha tutto sul suo tavolo”. A cominciare dalle pressioni e richieste che arrivano dalle Regioni, del Nord come del Sud, che per lo piu’ stanno procedendo in proprio con proibizioni e divieti. Ma poi c’e’ il parere del comitato scientifico, vero e proprio faro che orienta le decisioni dell’esecutivo. Lo stesso ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, stamani, si e’ richiamata al parere degli esperti: “L’anno scolastico sara’ salvo”, ha assicurato. Per poi aggiungere: “I nostri studenti non devono pagare l’emergenza che il Paese sta vivendo. Stiamo valutando tutti i possibili scenari, ma saranno le autorita’ sanitarie a dirci esattamente quando i nostri studenti potranno ritornare a scuole in sicurezza”. A pesare sul piatto della bilancia, poi, c’e’ il dato empirico che rivela ancora troppa gente per strada. Per tacere del numero di contagi che ancora non cala. Insomma, un inasprimento delle misure e’ nell’aria, mentre da ieri gia’ e’ in campo l’esercito in Regioni del Sud come Campania e Sicilia. Nessun Consiglio dei ministri sembra all’orizzonte. D’altronde, precisa una fonte di governo, “uno strumento normativo per intervenire c’e’, ed e’ il ricorso ad un nuovo Dpcm”. Tra l’altro, mancano solo cinque giorni alla scadenza di alcuni interventi gia’ predisposti e che bisogna eventualmente prorogare: il prossimo 25 marzo scade il termine fissato per la chiusura, per esempio, di tutti gli esercizi che forniscono beni non essenziali, a cominciare dai saloni dei parrucchieri.
Nel frattempo, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia e’ tornato a insistere sulla necessita’ di non procedere in ordine sparso: “Come ho detto a tutti i presidenti di Regione – ha ribadito – e’ inutile la competizione ad ordinanze”. E poi ancora: “Non ha senso fare ordinanze che non servono a nulla, quello che serve e’ dire: oggi ho aperto 10-15 posti di terapia intensiva. Ora siamo ai 100 metri, poi ci sara’ la maratona e dovremo vincerla come Stato”. Come a dire: meglio concentrare gli sforzi sul territorio per una risposta sanitaria adeguata, lasciando il campo al governo centrale per predisporre misure omogenee. Comunque, se stretta sara’, riguardera’ innanzitutto limitazioni per lo sport all’aperto. Potrebbe esserci un intervento sulla scuola, anche se la chiusura degli istituti scolastici, al momento fissata fino al 3 aprile, da’ un po’ piu’ di tempo per valutare gli effetti delle misure di contenimento gia’ in atto. Non e’ escluso che ci si orienti, tuttavia, per una sospensione delle attivita’ didattiche fino al prossimo 3 maggio. Si ragiona, seppure con maggiore prudenza, inoltre, sugli orari dei supermercati. “Il rischio che si vuole evitare – spiega un’altra fonte di governo – e’ quello di provocare nuovi assembramenti e panico da provviste. Potrebbe prevalere, alla fine, l’opzione di chiudere i market solo di domenica”. Sul fronte dei servizi pubblici, invece, fonti della Funzione pubblica spiegano che si continuano a monitorare gli effetti del decreto Cura Italia ma nella consapevolezza “che i servizi essenziali vanno avanti, vanno garantiti, nel rispetto prioritario della tutela della salute”. Intanto, da un’ora circa e’ in corso la riunione ormai abituale in videoconferenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte con i ministri della Salute Roberto Speranza, della Difesa Lorenzo Guerini, degli Affari regionali Francesco Boccia e con il Commissario delegato per la gestione dell’emergenza coronavirus Domenico Arcuri e il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. La situazione e’ monitorata momento dopo momento. Una cosa e’ certa: la tutela della salute dei cittadini rimane la priorita’. E, di conseguenza, anche il pressing sulla popolazione perche’ capisca quanto sia indispensabile limitare gli spostamenti alle sole ragioni di salute, lavoro e necessita’. Per dirla con il ministro Boccia, infatti: “Il contagio possiamo fermarlo solo fermandoci”.