Coronavirus, Federalberghi Napoli: Siamo al collasso. Chiuderà l’80% delle strutture, centinaia senza lavoro

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In foto Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli

Il la 60% di strutture chiuse in tutta la città e percentuale destinata a salire oltre l’80% nei prossimi giorni. A denunciarlo, attraverso un comunicato reso noto nel pomeriggio è Confesercenti Napoli. “Chi resta aperto – è scritto nella nota diffusa dal presidente Antonio Izzo – lo fa a mezzo servizio, piani chiusi, ristoranti chiusi, salvo alcune eccezioni. Restano, infatti, aperti solo alcuni alberghi, dove convergono tutte le poche richieste, che ospitano quasi esclusivamente Forze dell’Ordine, medici o assistenti sanitari. Un servizio essenziale che ovviamente non ha nulla a che vedere con il turismo, che non comporta nessun beneficio economico, ma è al servizio della comunità”.
“Una situazione – continua la nota – che mette in pericolo centinaia di posti di lavoro, contratti a termine non rinnovati, ferie anticipate, turnazione, part time, sono solo alcuni dei provvedimenti che le aziende stanno adottando. Siamo a pochi giorni da Pasqua, quando fiorisce il turismo cittadino e si aprono le porte a maggio e giugno, i migliori mesi dell’anno con l’80% di media occupazione camere che oggi sono desolatamente vuote.
Uno dei settori che traina maggiormente l’economia cittadina è adesso in ginocchio. Per questo sono essenziali gli interventi istituzionali di sostegno. Mentre dal Governo arrivano annunci, che speriamo diventino realtà in tempi brevi, sulla introduzione della cassa integrazione in deroga, c’è la necessità di altri interventi finanziari. Blocco di mutui, affitti, ma anche sospensione dei pagamenti di tasse e imposte legate agli Enti Locali.
Purtroppo, però, abbiamo incontrato più volte il Comune, ma non c’è stato nulla di specifico per il settore. Solo parole alle quali non hanno dato seguito i fatti. In particolare, una delle richieste del settore, ad oggi non accolta, era il differimento del versamento dell’imposta di soggiorno, che per il mese di febbraio dovrebbe ammontare a circa un milione di euro. Provvedimento già adottato a Firenze e prossimo all’introduzione a Roma.
Alcuni alberghi di questo passo saranno costretti a ridurre l’attività sine die, perché ad oggi non si sa quanto potrebbe durare questa emergenza. Sono gravemente compromessi i migliori mesi dell’anno.
Bisogna essere uniti in questa battaglia, aiutarci, remare nella stessa direzione. Alcuni alberghi continuano a coccolare gli ospiti fornendo tutte le assistenze necessarie, tenendo aperti ristoranti, anche per sole 2 persone.
Veniamo da alcuni anni con percentuali di occupazione camere positive (nel 2019 si è sfiorato il 90%), che hanno aiutato a rimettere in sesto le aziende, alcune avevano anche provato ad investire in ristrutturazioni, ma oggi tutto questo è fermo e pericolosamente senza uno sbocco immediato”.
“Volendo essere ottimisti – si conclude la nota – bisogna guardare anche al futuro, quando saranno fondamentali investimenti mirati di promozione e comunicazione del territorio perché l’Italia sta subendo questo colpo in maniera dura ed è difficile ripartire senza una politica specifica sul turismo. Il turismo si è dovuto fermare, tutti devono restare a casa. Proteggere la salute di tutti, dai lavoratori ai turisti, ai cittadini, è l’unico obiettivo, ognuno deve fare la propria parte e prendersi le proprie responsabilità.