Corridoi umanitari priorità per l’ambasciatore Zazo

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In foto Pier Francesco Zazo

L’Ambasciatore in Ucraina, Pier Francesco Zazo, intervenuto a Leopoli per un saluto alla Carovana della Pace StopTheWarNow, ha riferito i seguenti requisiti :“Rafforzare la presenza delle Nazioni Unite, degli interventi umanitari e delle Ong nella parte orientale del Paese. Ma anche “creare un rapporto di maggiore fiducia tra le autorità di Kiev e le autorità di Mosca, per facilitare gli interventi sul campo, perché spesso non basta l’accordo di vertice. Molto spesso gli ordini trovano difficoltà a scendere ai comandanti impegnati al livello operativo militare”. Sono, queste, “sfide enormi” e anche alcuni dei principali obiettivi dell’azione diplomatica in Ucraina, esposte dall’ambasciatore italiano in Ucraina, L’Italia, ha spiegato l’Ambasciatore Zazo, “è tra i pochi Paesi europei ad aver mantenuto la sede diplomatica in Ucraina e a non rilocalizzarsi in Polonia, spostando gli uffici qui a Leopoli, segnale di attenzione e impegno per il Paese in questa fase difficile. Per favorire anche i contatti con le organizzazioni umanitarie, le Ong e le organizzazioni come la Caritas, che attraverso la rete delle parrocchie ha permesso di portare gli aiuti anche nelle zone più remote”.

“Siamo rimasti tutti sorpresi, anche la Croce Rossa, dell’intensità e della rapidità dell’attacco”, ha aggiunto l’eroico diplomatico sottolineando che “adesso abbiamo il problema dei corridoi umanitari che dovrebbero essere preannunciati per tempo e rimanere aperti per qualche giorno. Vediamo come andrà l’evacuazione di Mariupol, c’è un grande sforzo a livello internazionale. Gli italiani in Ucraina erano più di duemila, ne sono rimasti meno di 200, molti dei quali vogliono restare per scelta, perché hanno il lavoro o la famiglia. Queste sono le enormi sfide che ci attendono e che siamo grado di affrontare, insieme, tramite le Nazioni Unite”, ha concluso l’ambasciatore italiano, come relazionato anche dal Giornale Diplomatico, sottolineando come, entrando nella fase tremporale di Aprile del conflitto, il principale problema sia quello dei corridoi umanitari, dal momento che le parole non bastando e gli sforzi per garantire l’incolumità dei civili sono vani.