Così Napoli
sbarcò in Giappone

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A cura di Alfonso Vitiello I primi diari di viaggi in Giappone risalgono agli anni tra il 1814 e il 1867 grazie ai naturalisti Filippo de Filippi ed Enrico Hiller Giglioli. A A cura di Alfonso Vitiello I primi diari di viaggi in Giappone risalgono agli anni tra il 1814 e il 1867 grazie ai naturalisti Filippo de Filippi ed Enrico Hiller Giglioli. A seguire, ecco gli imprenditori della seta. I quali, accompagnati dal diplomatico Sallier de LaTour, visitano il Giappone alla ricerca di bachi da seta (ricordiamo Pompeo Mazzocchi e Pietro Savio). Successivamente, il duca di Genova Tommaso di Savoia si imbarca alla volta del Giappone, in qualità di guardia marina, sul Garibaldi. Poi due nomi illustri: Edoardo Chiossone e Vincenzo Ragusa, grandi conoscitori del Giappone, della sua arte e della sua cultura. Chiossone donerà all’Accademia Lingustica di Genova una intera collezione di oggetti di cultura giapponese tuttora esposti nel Museo Chiossone di Genova. Così farà Ragusa che, rientrato in Italia nel 1883, apre nella sua Palermo il Museo Giapponese. C’è quindi la missione di Tommaso di Savoia a Nagasaki, durante la quale il tenente colonnello del Corpo di Stato Maggiore, Luca Dal Verme, raccoglie il materiale che sarà pubblicato in una raccolta dedicata al Giappone ed alla Siberia. E proprio dalla Siberia giungono i primi napoletani, commercianti di corallo di Torre del Greco. Dopo aver attraversato in treno l’Austria, la Polonia, la Russia, essi approdano via mare a Kobe. E’ un viaggio lungo (circa quaranta giorni) e durissimo, speciamente nello sconfinato tratto russo. Chiusi dentro gli scompartimenti, e senza possibilità di uscire, i mercanti di Torre hanno con sé pasta, olio e formaggi portati da casa. E con questi alimenti si sostengono organizzando banchetti improvvisati sul treno e sulle navi. Questo avviene nel lontano 1888, secondo quanto racconta l’allora Console Italiano Alfonso Guasco, grande conoscitore della lingua giapponese. In quello stesso anno Kokichi Mikimoto (1858-1954) aveva iniziato la sua attività di produzione di perle naturali nella baia di Shinmei, nel distretto di Shima dell’attuale prefettuta di Mie, e la sua storia si incrocerà con quella di molti imprenditori napoletani. Poi le famiglie di corallari cominciano a imbarcarsi su piroscafi italiani e a volte anche tedeschi che partono da Napoli o da Brindisi, giungendo generalente a Kobe dove si è ormai formata una colonia di commercianti napoletani e di industriali di Torre del Greco. I quali cominciano a espandersi fino a monopolizzare il commercio del corallo in tutto il mondo. Questi raccoglieranno anche numerosi oggetti d’arte nipponica ora gelosamente custoditi da privati a Torre del Greco senza che si sia mai pensato a farne un Museo. Nello stesso periodo Enrico di Borbone, conte di Bardi, viaggia alla volta del Giappone raccogliendo preziosissimi oggetti attualmente raccolti nel Museo Orientale di Ca Pesaro a Venezia. Nel 1920 Gabriele D’Annunzio inaugurerà il primo volo Roma – Tokyo: gli aerei Ansaldo Sva impiegano circa 112 ore per coprire oltre 17mila chilometri. Poi, nel 1930, ecco i primi giornalisti. Come Comisso e Patti, inviati speciali della Gazzetta del Popolo di Torino.