Ora la paura del Covid è targata Bangladesh e la questione riguarda sempre i rientri in Italia; Uno dei cittadini del Bangladesh infetti aveva anche rapporti frequenti con l’ambasciata del suo Paese di cui Sua Eccellenza Ambasciatore in Italia Abdus Sobhan Sikder , che è stata subito allertata. E sarà fatto il tampone a tutti i dipendenti e funzionari della sede diplomatica. E ai frequentatori abituali della struttura. Ma rimangono forti interrogativi su questi nuovi focolai di importazione. Per esempio, per sapere se i sei contagiati partiti da Dacca stessero male anche prima di essere imbarcati. Perché in quel caso non sarebbero proprio dovuti decollare, ne’ arrivare in Italia. Così la questione è diventata anche diplomatica. E il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha chiesto chiarimenti urgenti alla compagnia di bandiera del Bangladesh.l
Sono sei i casi di covid di importazione sicuramente riferibili a recenti voli partiti da Dacca. Ma il problema non è limitato al Bangladesh. Perché arrivano voli da ogni parte del mondo. E non si capisce bene come vengano effettuati i controlli. Pochi giorni fa è risultato positivo un cittadino italiano tornato dal Messico. In teoria tutti questi viaggiatori partono già con sintomi e febbre. Ma allora perché non fanno la quarantena? E sbarcano da noi già infetti? In più per alcioni Paesi non sono nemmeno chiari i dati del contagio. Per esempio e sempre restando in Bangladesh, le cifre ufficiali parlano di 134 mila casi di covid per quasi 161 milioni di abitanti. Ma le cifre andrebbero verificate. E anche la curva reale di diffusione del contagio. Nella Regione Lazio intanto la parola d’ordine è prudenza. Con controlli mirati nei ristoranti e negli esercizi commerciali dove lavora gente che viene da Dacca. Ma senza creare un conflitto politico istituzionale con quel Paese. La tensione però è alta, e la gente adesso vuole sapere la verità.