L’agente che dà il via più di altri fattori alla selezione naturale delle imprese è a conoscenza di tutti da sempre, ed è il credito: mancati pagamenti e sostegno finanziario sono le problematiche che ogni giorno creano forti difficoltà di gestione agli imprenditori, ormai esausti tra burocrazia, tassazione e disservizi.
Qualcuno dovrebbe dare l’esempio
Un indirizzo legislativo che veicoli un processo sano non è ancora stato pensato dai governi che si sono succeduti, forse perché uno dei principali inadempienti nel non rispettare i tempi contrattuali di pagamento sono proprio molti enti pubblici. Da molto tempo l’Italia risulta la maglia nera in Europa per i pagamenti, ancora oggi la media nazionale è di 144 giorni, non avvicinandosi ai 30\60 giorni ai tempi indicati dell’Ue e sostenuti dai paesi. Questa situazione non va sottovalutata per l’effetto domino che ne scaturisce, colpendo il principale tessuto economico italiano, le piccole e medie impreseche non trovano appoggio nelle sedi del credito.
Finanza complementare
Le pmi riscontrano una difficoltà di acceso al credito per la fragilità finanziaria ma soprattutto perché molte banche non hanno interesse rispetto al range delle aziende, per questo nell’ultimo periodo per rispondere a queste esigenze si sono cresciute due modalità di credito il factoring e invoice trading. Due modalità che partono dallo stesso pensiero ma che si diversificano nelle modalità e struttura, il primo di solito l’azienda cede interi pacchetti di crediti ad un operatore il «factor», che li acquista direttamente e che ne assume anche l’incarico di gestione amministrativa. Mentre invoice trading (o invoice financing) le aziende vendono alcune delle proprie fatture su piattaforme web certificate, e gli investitori le acquistano pagando un acconto, pari al 90% del valore nominale del credito, quando la fattura viene saldata, l’investitore ne incassa il controvalore e contestualmente versa il saldo all’azienda cedente.
Nel vedere le modalità dei salvataggi bancari effettuati da parte dello stato ci sarebbe molto da dire, il governo e le banche si passino una mano per la coscienza e cambino drasticamente dei comportamenti che risultano di vitale importanza per gli imprenditori.
* Raffaele Marrone
Presidente Confapi jr Napoli