Crescita, Fmi vede a ribasso le stime (solo gli Usa tirano)

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A cura di Antonio Arricale Non male ma neanche bene. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale non incoraggiano. La ripresa stenta più o meno ovunque, soprattutto in Italia, ma anche nel resto A cura di Antonio Arricale Non male ma neanche bene. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale non incoraggiano. La ripresa stenta più o meno ovunque, soprattutto in Italia, ma anche nel resto del mondo – unica differenza gli Stati Uni d’America, che si confermano come locomotiva globale in questa fase di congiuntura. Il Fondo in compenso promuove il Jobs Act. “Mi piace lo spirito della riforma del lavoro” italiana: la “dualità del mercato è un grande problema, crea due classi di cittadini e questo non è desiderabile”, afferma il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard secondo cui “the unique contract, il contratto unico è la strada da seguire”. Ma veniamo alle stime. Il Fmi rivede infatti al ribasso le proiezioni di crescita per l’Italia nel 2014 e 2015. Il pil calerà quest’anno dello 0,2% (-0,5 punti percentuali rispetto a luglio) e tornerà positivo nel 2015 con +0,8% (-0,3 punti). Il -0,2% del 2014 segue il -2,4% del 2012 e il -1,9% del 2013. Faranno meglio Spagna (+1,3% 2014 e +1,7% nel 2015) e Grecia (+0,6% e +2,9%). Male anche l’occupazione. Il tasso di disoccupazione in Italia si attesterà quest’anno al 12,6%, per poi scendere però al 12% nel 2015. Il dato è comunque superiore alla media dell’area euro (11,6% nel 2014 e 11,2% nel 2015). Spagna e Grecia fanno peggio: i loro tassi di disoccupazione resteranno sopra il 20% nel 2014 e nel 2015. Luci e ombre, invece, sul fronte del debito, cui guardano con particolare attenzione gli operatori finanziari internazionali. Il debito italiano si attesterà quest’anno al 136,7% del pil, in aumento rispetto al 132,5% del 2013. Nel 2015 il debito sarà al 136,4%, per scendere al 125,6% nel 2019. Detto questo, il Fondo lima anche le stime di crescita per l’economia globale. Il pil quest’anno salirà del 3,3% (0,1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di luglio), per poi accelerare al 3,8% nel 2015 (-0,2 punti percentuali). La ripresa – afferma il Fmi – è “mediocre” e “incerta”: i rischi al ribasso sono aumentati. Fmi rivede al ribasso le stime di crescita di Germania e Francia. Il pil tedesco crescerà nel 2014 dell’1,4% e nel 2015 dell’1,5%, rispettivamente 0,5 e 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di luglio. L’economia francese si espanderà quest’anno dello 0,4% (-0,4 punti) e il prossimo dell’1,0% (-0,5 punti). Il pil dell’area euro crescerà sia nel 2014 sia nel 2015 meno del previsto, registrando un +0,8% quest’anno (-0,3% punti percentuali rispetto a luglio) e un +1,3% nel 2015 (-0,2 punti). L’Fmi sottolinea che sono aumentati i rischi di recessione per Eurolandia e resta il rischio di deflazione oltre a quello di stagnazione. E proprio il rischio deflazione resta il sorvegliato speciale numero uno del Fondo, con i prezzi che si manterranno sotto il target della Bce almeno fino al 2019. Secondo l’Fmi se l’outlook dei prezzi non migliora, la Bce dovrebbe fare di più, incluso l’acquisto di titoli di stato. “Nell’area euro c’è bisogno di riforme strutturali per la crescita, soprattutto quelle mirate ad affrontare l’elevata disoccupazione”, afferma il Fmi sottolineando che per ridurre la disoccupazione giovanile sono necessarie misure specifiche per ogni paese. “Ma la credibilità, guadagnata a caro prezzo” con il risanamento di bilancio “non va minacciata. Questo non implica che non ci sia spazio per usare la politica di bilancio per aiutare a sostenere la ripresa”, ha dichiarato il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, riferendosi all’area euro. “Gli investimenti in infrastrutture, anche se finanziati con il debito, possono essere giustificati e aiutare a spingere la domanda nel breve termine”. Ancora. Il piano per l’acquisto di Abs da parte della Bce “può fare la differenza. In Europa c’è un problema di credito per le piccole e medie imprese. E un mercato buono e salutare degli Abs può aiutare”. Tutta un’altra storia negli Usa. Gli Stati Uniti infatti accelerano. Il pil americano crescerà quest’anno del 2,2%, 0,5 punti percentuali in più rispetto alle stime di luglio. Per il 2015 è confermata una crescita del 3,1%. Il Fmi conferma, infine, le stime per Cina (+7,4% pil 2014 e +7,1% pil 2015), e India: 5,6% per il 2014, ovvero (+0,2 punti) e +6,4% nel 2015 (invariata). Borse asiatiche La Borsa di Tokyo ha archiviato la seduta odierna con segno meno, in scia alla chiusura in calo di Wall Street e della revisione al ribasso delle stime di crescita globale da parte del Fondo monetario internazionale. Non ha aiutato nemmeno il deludente dato sulla bilancia commerciale del Giappone che ha mostrato un aumento del deficit commerciale, né il Pmi servizi della Cina misurato da Hsbc che ha mostrato un calo. L’indice Nikkei ha terminato con una flessione dell’1,19% a 15.595,98 punti. Borsa Usa Wall Street ha chiuso la seduta in deciso ribasso che ha risentito delle stime globali da parte del Fondo monetario internazionale. L’indice Dow Jones ha perso l’1,60% a 16.719,33 punti, l’S&P500 ha ceduto l’1,51% a 1.935,06 punti mentre il Nasdaq è arretrato dell’1,55% a 4.835,85 punti. Europa La giornata di ieri nel Vecchio continente si è chiusa in rosso: il Dax ha perso l’1,34%, mentre il Ftse 100 ha ceduto l’1,04%. Giù anche l’indice francese Cac40 che ha mostrato una contrazione dell’1,81 per cento. Presentando il World Economic Outlook autunnale l’istituto guidato da Christine Lagarde ha annunciato un taglio delle previsioni di crescita per l’economia globale: il Pil quest’anno salirà del 3,3% (0,1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di luglio). Il Fmi avverte che la ripresa è “mediocre” e “incerta”, e i rischi al ribasso sono aumentati. Dopo il deludente dato sugli ordini di fabbrica diffuso ieri, nuova doccia fredda per la Germania: la produzione industriale tedesca di agosto ha registrato un calo annualizzato pari al 2,8%, su base mensile la variazione destagionalizzata ha, invece, mostrato un -4 per cento. Italia L’avvio delle contrattazioni a Piazza Affari dovrebbe evidenziare un ulteriore calo, superiore al mezzo punto percentuale, in scia all’andamento dei listini americani ed asiatici. Da segnalare come il FtseMib si sia portato ai minimi da oltre un mese e mezzo sotto la soglia psicologica dei 20 mila punti. Piazza Affari ieri ha chiuso in deciso ribasso dopo il deludente dato sulla produzione industriale tedesca, scesa ad agosto del 4%, e il taglio delle stime sulla crescita mondiale da parte del Fmi. E così l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dell’1,73% a 19.771 punti. Deboli i titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto lo 0,17% a 11,19 euro, Intesa SanPaolo il 2,05% a 2,284 euro, Mediobanca il 2,05% a 6,67 euro, Ubi Banca il 2,46% a 6,34 euro, Unicredit l’1,31% a 6,025 euro. Invariata la Popolare di Milano a 0,637 euro. In rosso la galassia Agnelli. CNH Industrial ha lasciato sul parterre il 4,58% a 6,135 euro in scia al profit warning lanciato dalla rivale Agco, che opera anch’essa nel comparto dei macchinari agricoli. Fiat ha perso il 2,09% a 7,245 euro dopo che il Nyse e Borsa Italiana hanno comunicato di aver approvato le quotazioni delle azioni ordinarie FCA a partire da lunedì 13 ottobre. Male il comparto dell’energia a partire dai colossi pubblici: Enel ha perso il 2,24% a 3,922 euro, mentre Eni ha lasciato sul parterre il 2,31% a 17,30 euro. In rosso anche Enel Green Power (-1,99% a 1,914 euro) in scia al downgrade di JP Morgan. Sul fronte politico segnaliamo questa sera il voto al senato sul tema Jobs Act. A livello societario attenzione ad Endesa che svelerà il piano in preparazione dell’Opv sul 17/22% del capitale. E’ intanto saltata l’Ipo di ItaliaOnline: la debole domanda e il mercato difficile hanno portato alla cancellazione dell’operazione di sbarco in borsa del gruppo internet italiano.


I dati macro attesi oggi Mercoledì 8 ottobre 2014 Giornata povera di market mover di rilievo. Si segnala in mattinata il dato sulla produzione industriale in Spagna e nel primo pomeriggio quello sulle richieste mutui Mba settimanali. Attenzione in serata (ore 20) alla pubblicazione dei verbali della riunione del 16-17 settembre della Fed.