Crisi d’impresa, l’associazione dei concorsualisti: Un albo unico per gestire il salvataggio delle Pmi

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Un solo albo di professionisti per la gestione della crisi d’impresa che riunisca i due registri esistenti, quello degli esperti indipendenti, istituito dall’art.3 del decreto-legge 118/21, e quello dei commissari straordinari, previsto dal progetto di legge di riforma dell’amministrazione straordinaria, per offrire alle imprese un’unica e completa task force di professionalità a cui attingere nel percorso di salvataggio delle Pmi, molte delle quali in difficoltà a causa della pandemia.
E’ la proposta emersa durante i lavori del convegno su “Il diritto concorsuale italiano e gli obiettivi di coordinamento con la normativa eurounitaria”, promosso dall’Associazione Nazionale Concorsualisti, con il sostegno di Progress, in occasione del 20esimo anniversario della fondazione, che si è svolto oggi all’Università di Verona.
“In un momento in cui si guarda al 16 maggio 2022, data in cui entrerà in vigore il nuovo codice della crisi di impresa (CCII, dlgs. 14/2019), manca ancora l’istituzione dell’elenco dei commissari straordinari dal momento che non è stata ancora ancora approvata la legge di riforma dell’amministrazione straordinaria, ed è ancora in fase di costituzione l’elenco degli esperti indipendenti presso le Camere di commercio – ha detto Silvia Zenati, presidente nazionale dei concorsualisti nel corso del suo intervento – Per queste ragioni, dunque, l’utilizzo di un unico albo consentirebbe di avere una visione di insieme per le diverse figure necessarie al progetto di ristrutturazione dell’impresa. L’articolo 356 del codice della crisi però prevede al momento l’utilizzo dell’elenco in maniera parziale, soltanto per le nomine da parte dell’autorità giudiziaria”.
L’albo unico dovrebbe essere strutturato in due sezioni, una dei professionisti della fase liquidatoria, e un’altra dei professionisti con esperienze specifiche di ristrutturazione e continuità aziendale. Questa struttura risponde anche alle indicazioni della direttiva (UE) 2019/1023, che dovrà essere recepita in Italia, che richiede agli Stati membri di fare sì che i professionisti (artt. 26 e 27) siano adeguatamente formati e in possesso delle competenze necessarie per adempiere alle loro responsabilità, tenuto conto del caso specifico di cui entrambi devono occuparsi.
L’obiettivo è anche quello di unire il percorso formativo. Il sistema di formazione obbligatoria richiesta ai professionisti ordinistici deve puntare, questo il messaggio lanciato durante i lavori della giornata di studi di Verona, con un unico accertamento, e accorpando in un unico corso l’obbligo formativo, l’iscrizione nell’albo ex art.356 CCII e il titolo di professionista specialista nel settore della crisi d’impresa.
Alle due sessioni in programma sono intervenuti anche Giovanni Meruzzi, direttore Vicario del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona; Luciano Panzani, già presidente della Corte d’Appello di Roma; Renato Rordorf, già presidente aggiunto della Corte di Cassazione; Giuliana Scognamiglio, ordinario di Diritto Commerciale alla Sapienza di Roma; Emmanuele Virgintino, componente Consiglio Nazionale Forense; Sofia Mansoldo, assegnista di ricerca in Diritto Commerciale all’Università di Verona; Federica Pasquariello, ordinario di Diritto Commerciale all’Università di Verona; Giorgio Corno, avvocato in Monza – solicitor (England and Wales); Antonio Leandro, associato di Diritto Internazionale all’Università di Bari; Stephan Madaus, Lehrstuhl für Bürgerliches Recht, Zivilprozess und Insolvenzrecht Martin Luther Universität Halle-Wittenberg; Elina Moustaira, professor of Comparative Law at National and Kapodistrian University of Athens; Alessandro Solidoro, dottore commercialista e vicepresidente Accountancy Europe; Chiara Zamboni, borsista di ricerca progetto Europeo ToP JUSTICE 2017 all’Università di Verona.