Cuzzilla (Federmanager): “L’Italia riparte dal lavoro che è anche garanzia di welfare”

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Roma, 31 gen. (Labitalia) – “Chiariamo subito che l’Italia riparte dal lavoro. Che le pensioni si basano sul lavoro, o almeno così dovrebbe essere”. Lo dichiara a Labitalia il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, annunciando anche un’iniziativa assunta proprio dall’associazione maggiormente rappresentativa del mondo dei manager. “In questo momento delicato per il Paese -dice Cuzzilla- Federmanager intende fare un po’ di chiarezza sulla questione previdenziale, finita nuovamente al centro del dibattito pubblico”.

“Nei prossimi giorni, con un calendario serrato -annuncia il presidente di Federmanager- vogliamo dare ‘voce alla verità’ tramite una campagna sui principali quotidiani: un messaggio chiaro e circostanziato che darà massimo rilievo alla posizione di Federmanager in difesa delle pensioni, di un fisco più equo, ma soprattutto del lavoro”.

Cuzzilla ricorda dei dati: “Circa la metà degli italiani -sostiene- non presenta la dichiarazione dei redditi e solo il 12% dei contribuenti (prevalentemente lavoratori dipendenti e pensionati) sostiene oltre il 55% del gettito Irpef complessivo”.

“Invochiamo una seria politica di contrasto all’evasione fiscale e contributiva: non è accettabile che dilaghi lavoro nero al punto che le ultime stime hanno calcolato un’evasione complessiva di 107,7 miliardi di euro”, rimarca il presidente di Federmanager, aggiungendo: “Per garantire la sostenibilità del nostro welfare e l’adeguatezza delle prestazioni, la ricetta non può che chiamarsi occupazione: più posti di lavoro stabili, più rispetto delle regole, sanzioni certe per chi le aggira. E non è troppo tardi, magari, per incentivare seriamente il secondo pilastro della previdenza complementare”.

Le richieste che a gran voce i manager rivolgono alla politica sono innanzitutto, dice Cuzzilla, “la separazione dell’assistenza dalla previdenza, la certezza dei diritti, il riconoscimento del merito, politiche attive per il lavoro e un forte patto tra le generazioni”.

“Bisogna investire in un progetto di politica industriale -conclude Cuzzilla- che abbia il suo centro nel capitale umano. Il nostro compito di associazione a tutela degli interessi della categoria manageriale, interprete privilegiata dei cambiamenti in atto nelle imprese, nei territori e nel sistema Paese è, fra i tanti, anche quello di valorizzare il lavoro. È nell’interesse di tutti, anche di chi ha lavorato una vita e oggi è costretto a sostenere il welfare di figli e nipoti”.