Se ne vanno due italiani di frontiera, Claudio Angelini e Mario D’Urso. Volto storico del Tg1 e presidente emerito di Rai Corporation il primo, grandissimo esponente della finanza e del jet set internazionale l’altro, lasciano un vuoto nel panorama culturale italiano e, in particolare, in quello campano. Stroncato da un terribile male lo scorso 2 giugno a New York, dove viveva dal 1997, Angelini è per anni direttore dei giornali radio Rai, vice direttore e anchorman del Tg1 e curatore di numerose trasmissioni culturali nella sua Roma. A New York presiedeva la Società Dante Alighieri ed era presidente emerito di Rai Corporation. Fine intellettuale, è autore di diversi libri e proprio questa sua vena lo porta a farsi promotore circa trent’anni fa del Premio Capri, uno degli eventi letterari più seguiti sul piano internazionale. Vincitori delle ultime edizioni sono stati, tra gli altri, il Nobel Dereck Walcott, il Premio Pulitzer Rita Dove, e il poeta “Laureato” (dal congresso americano) Robert Pinsky. Angelini era impegnato proprio in questi giorni nell’organizzazione del Premio Capri 2015 in programma a settembre. Al cordoglio di tutto il mondo si aggiunge pertanto anche quello dei capresi che hanno appreso la notizia da una telefonata della moglie di Angelini, Olga Cortese, anche lei giornalista della Rai. Napoletano di nobili origini è invece Mario D’Urso, morto ieri nella sua casa dei Parioli, a Roma, all’età di 75 anni. Laureato in Giurisprudenza con un master negli Stati Uniti, entra a far parte del Cda della Lehman Brothers nemmeno trentenne. Voluto da Lamberto Dini a Palazzo Madama, è senatore dal 1996 al 2001 ma la sua passione per la politica è antica: nel 1957 D’Urso è il leader diciassettenne del movimento federalista, nel ‘60 è segretario del movimento giovanile del congresso del popolo europeo ed è fra gli organizzatori delle prime elezioni europee a Roma. Il più grande affare della sua vita? “Convincere il sudafricano Anton Rupert, proprietario della Rothman’s inglese a vendere alla Philip Morris”, rivela in un’intervista di qualche anno fa, aggiungendo tuttavia che la sua più grande soddisfazione è stato “avere attirato 20 mila miliardi di investimenti stranieri in Italia”. Grande amico di Gianni Agnelli, Jackie Kennedy, Imelda Marcos e interlocutore delle teste coronate di tutto il mondo, D’Urso è sempre stato orgoglioso dei suoi natali napoletani e “giacobini”: più volte parlava dei suoi antenati, Gennaro Serra e Domenico Cirillo, martiri della rivoluzione napoletana del 1799. Amava molto anche gli Stati Uniti. Un bisnonno della mamma Clotilde Serra di Cassano, George Clymer era stato tra i firmatari della dichiarazione d’ indipendenza degli Stati Uniti, il 4 luglio del 1776.