Da Cina e Usa notizie macro di segno opposto

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Buone le notizie macroeconomiche giunte nella notte dalla Cina. L’economia di Pechino ha mostrato una accelerazione del PIL nel secondo trimestre ed una produzione industriale in crescita oltre il previsto. Più in generale gli investitori cercano di convincersi che sul fronte Grecia il peggio sia passato. Oggi il premier greco Alexis Tsipras cercherà di ottenere il via libera dal Parlamento al pacchetto di riforme imposte dai creditori internazionali. Di segno opposto, invece, le notizie che giungono dagli Stati Uniti, dove le PMI mostrano meno ottimismo sul ritmo della ripresa e sullo stato di salute dell’economia americana. L’indice NFIB (National Federation of Independent Business) relativo al sentiment delle piccole e medie imprese, è sceso a giugno di 4,2 punti a quota 94,1 dai 98,3 punti precedenti. Il dato sorprende in negativo gli analisti che si attendevano un miglioramento fino a 98,6 punti.

Borse asiatiche

Mercati cinesi in decisa flessione nonostante i solidi dati macroeconomici presentati da Pechino. Hong Kong perde colpi in scia a Shanghai a Shenzhen mentre le altre principali piazze dell’Asia-Pacific, Tokyo, Sydney e Seoul, chiudono la seduta in crescita. Lo Shanghai Composite ha sfiorato nuovamente una perdita del 5% (riducendo ulteriormente a poco meno del 18% il guadagno dell’indice nei 12 mesi), appesantita soprattutto dai titoli delle materie prime (Aluminum Corp of China è arrivata a perdere oltre il 9%) e di conseguenza anche del trasporto aereo (China Eastern Airlines crolla del 10%). In progresso, seppur moderato, sono invece i titoli di gran parte dei big bancari, da Industrial & Commercial Bank of China e China Construction Bank. Netto declino anche per lo Shenzhen Composite che perde oltre il 4% mentre l’indice delle small cap ChiNext è in flessione di oltre il 5%. Scarso se non nullo l’impatto dei dati macroeconomici: sopra le attese produzione industriale e vendite retail e, soprattutto, la crescita del 7% del Pil nel secondo trimestre. Lettura che ha generato molte polemiche sulla metodologia delle statistiche di Pechino, che evidenziano significative discrepanze tra dati regionali e nazionali, buchi nella raccolta dei dati e in generale mancanza di trasparenza. Citibank, per esempio, ha detto di credere che l a reale crescita dell’economia cinese sia più vicina al 5%. Anche il Giappone ha visto significative indicazioni macroeconomiche. La Bank of Japan (BoJ), confermando per l’ennesima volta le sue politiche monetarie (invariati i tassi allo 0,10% e avanti con il quantitative easing che prevede il riacquisto di asset per 80.000 miliardi di yen l’anno), ha rivisto però al ribasso la stima di crescita del Pil dal 2,0% previsto in aprile all’1,7% per l’esercizio 2016 (in chiusura nel marzo 2016). L’istituto centrale nipponico ha anche tagliato la stima di crescita dell’inflazione nell’anno dallo 0,8% allo 0,7% rivedendo anche l’outlook per quella core sia nell’esercizio 2016 che nel successivo. La seduta si è però conclusa con il moderato guadagno con cui si era aperta, sostanzialmente in linea con la performance di Wall Street. Il Nikkei 225 ha guadagnato lo 0,38% mentre diversi titoli del settore dell’elettronica, da Sony, a Sharp, a Panasonic, a Toshiba, hanno segnato perdite vicine o superiori al punto percentuale. Progresso decisamente superiore per Sydney (l’S&P/ASX 200 ha chiuso con un guadagno dell’1,00%) grazie alle positive performance dei titoli della grande distribuzione e ai guadagni superiori all’1% di bancari come National Australia Bank e Westpac, che hanno bilanciato la nuova flessione del settore delle commodity, legata all’ennesimo declino dei corsi del minerale di ferro. Bhi Billiton ha limitato le perdite (allo 0,74%) nonostante il colosso minerario abbia dichiarato di attendersi svalutazioni delle sue attività nel petrolio onshore in Usa di circa 2 miliardi di dollari. Mentre a Seoul l’indice delle blue chip Kospi 100 ha segnato un progresso dello 0,35%, Hong Kong è andata ancora in scia alla Cina. Anche se le perdite dell’Ha ng Seng, dopo il deciso declino iniziale, si sono limitate sotto al mezzo punto percentuale.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,42%, l’S&P 500 lo 0,45% e il Nasdaq Composite lo 0,66%. Per la Borsa americana si tratta del quarto rialzo consecutivo. Bene il settore energetico grazie al rialzo del prezzo del petrolio. In giornata sono stati diffusi alcuni dati macroeconomici. Le vendite al dettaglio hanno evidenziato un calo dello 0,3% nel mese di giugno a fronte di attese pari a +0,2%, indicando un peggioramento rispetto al dato del mese precedente (+1,0%). L’indice escluso il comparto auto è diminuito dello 0,1% su base mensile (consensus +0,5%). I prezzi alle importazioni nel mese di giugno sono diminuiti dello 0,1% rispetto al mese precedente. Le attese degli analisti erano per un incremento dei prezzi dello 0,1%. I prezzi alle esportazioni sono scesi dello 0,2% su base mensile dopo un incremento dello 0,6% registrato a maggio. Le Scorte delle imprese hanno mostrato nel mese di maggio un incremento dello 0,3%, in linea con le attese risultando però lievemente al di sotto della rilevazione del mese precedente pari a +0,4%. Sul fronte societario Jp Morgan +1,42%. La Banca d’affari ha chiuso il secondo trimestre con un utile per azione di 1,54 dollari, in crescita rispetto a 1,46 dollari dello stesso periodo di un anno prima. Gli analisti avevano previsto un Eps di 1,44 dollari. Coca-Cola +1,3%. Ubs ha alzato il rating sul titolo del gruppo delle bevande analcoliche a buy da neutral. Micron Technology +11,36%. Secondo il Wall Street Journal, la cinese Tsinghua Unigroup ha presentato un’offerta per il takeover del produttore di memorie per una valutazione di 23 miliardi di dollari. Sealed Air +0,78%. La società specializzata negli imballaggi ha annunciato un programma di acquisto di azioni proprie per 1,5 miliardi di dollari. Johnson & Johnson -0,5% nonostante i buoni risultati trimestrali e la revisione al rialzo dell’outlook. Nel secondo trimestre l’utile del gruppo farmaceutico e dei beni di consumo è aumentato a 4,52 miliardi di dollari da 4,33 miliardi di un anno prima mentre i ricavi sono calati dell’8,8% a 17,79 miliardi. Escluse le poste straordinarie l’Eps si è attestato a 1,71 dollari, 3 centesimi in più delle attese. La società per l’intero esercizio si attende ora un Eps compreso tra 6,10 e 6,20 dollari da 6,04-6,19 dollari della precedente guidance. Wells Fargo +0,92%. La banca con sede a San Francisco ha chiuso il secondo trimestre con un utile di 5,72 miliardi di dollari, sostanzialmente stabile con lo stesso periodo di un anno prima e in linea con le attese. Deludono invece i ricavi, aume ntati a 21,3 miliardi da 21,1 miliardi (consensus 21,7 miliardi). Twitter +2,57%. Un articolo pubblicato su un sito Internet ha parlato di una possibile offerta di acquisto da 31 miliardi di dollari sul social media. L’agenzia Bloomberg, a cui era stata inizialmente attribuita la notizia, si è detta estranea all’articolo.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta deboli. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,15%, il Cac40 di Parigi lo 0,17%, il Ftse100 di Londra lo 0,12% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,1%. Resta al centro dell’attenzione la Grecia dove questa sera è in programma il voto del parlamento sul primo pacchetto di misure concordate con i creditori. Nel pomeriggio poi è atteso il discorso del numero uno della Fed Janet Yellen.

Italia

Il Ftse Mib segna +0,13%, il Ftse Italia All-Share +0,15%, il Ftse Italia Mid Cap +0,21%, il Ftse Italia Star +0,16%. Ieri per Piazza Affari è stato un martedì nero per i titoli del risparmio gestito che hanno pagato il richiamo arrivato dalla Consob per il rispetto della normativa Mifid. La giornata è stata caratterizzata dall’accordo sul nucleare iraniano e, sul fronte macro, dalle indicazioni negative arrivate dallo Zew tedesco e anche dalle vendite al dettaglio Usa, scese a sorpresa dello 0,3% a giugno. In tale contesto l’indice Ftse Mib ha archiviato la seduta con un calo marginale dello 0,30% a quota 23.097,51 punti. A picco il comparto del risparmio gestito. Azimut e Mediolanum, dopo essere state sospese più volte nel corso della giornata per eccesso di ribasso, hanno chiuso entrambe in calo di oltre il 7%. Molto male anche Banca Generali (-8,12%). Sui titoli pesa una nota diramata ieri dalla Consob e diretta ai “fondi esteri ed estero-vestiti”, in cui li richiama al rispetto della direttiva Mifid. Tra i migliori di giornata spicca Prysmian (+1,41% a 20,08 euro) che ha acquisito una nuova commessa per un’interconnessione sottomarina ad alta tensione in corrente continua (High Voltage Direct Current – HVDC) fra Norvegia e Gran Bretagna, per un valore di circa 550 milioni di euro.


I dati macro attesi oggi

Mercoledì 15 luglio 2015

GIA Riunione BoJ;

04:00 CINA PIL T2;

04:00 CINA Produzione industriale giu;

04:00 CINA Vendite al dettaglio giu;

04:00 CINA Investimenti fissi giu;

05:00 GIA Conferenza stampa Kuroda (BoJ);

08:45 FRA Inflazione giu;

10:30 GB Tasso di disoccupazione mag;

10:30 GB Variazione richieste sussidi disoccupazione giu;

14:30 USA Indice Empire State Manufacturing lug;

14:30 USA Indice prezzi alla produzione giu;

15:15 USA Produzione industriale giu;

16:00 USA Audizione semestrale Janet Yellen (pres. Fed) alla Camera;

16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;

20:00 USA Beige Book (Fed).