Dagli ITS alle New Academy: così la formazione cambia pelle

in foto da sinistra Riccardo Nencini, Patrizio Bianchi e Mariastella Gelmini (fonte Imagoeconomica)

L’ INDIRE, del Ministero dell’Istruzione, “culla” degli a breve esemplari nascituri  degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) – Alcune interviste.“a caldo” a Riccardo Nencini, Patrizio Bianchi e Mariastella Gelmini raccolte da  (Riccardo Pieroni per tuttoits.it)

Sono disponibili testi articolati, ma brevi, per farsi l’idea dei nuovi “casi” del ricco panorama nazionale degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) di un percorso reso semplificato con il contributo  reso specialmente dalla comunicazione, ma riferito a più lunghi percorsi e a  non brevi  maturazioni per il concepimento della new version  dei vecchi, ormai  anche cinquantenni (qui). Istituti Tecnici Superiori, oggi detti New Academy. La doviziosa lista di questi testi è disponibile  al link (qui) e conta 562 voci, ad oggi, relative a:  strutture, aree, linee di ricerca, ed i più numerosi  articoli che costituiscono il  caleidoscopio dedicato alla voce dell’Istituto Tecnico Superiore (ITS) dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire), la cui intitolazione della prima pagina del sito è denominata “Ricerca per l’innovazione della scuola italiana”.

Gli esperti di valutazione scolastica ed i numerosissimi  operatori della scuola sono a conoscenza che “Esso  è da quasi 100 anni il punto di riferimento per la ricerca educativa in Italia”. In questa “culla” è ospitato proprio  l’ITS di cui si attende il parto dei nuovi esemplari dell’apparato della ricerca educativa nazionale.

Fin dalla sua nascita nel 1925, l’Istituto accompagna l’evoluzione del sistema scolastico italiano investendo in formazione e innovazione e sostenendo i processi di miglioramento della scuola”.

“Oltre alla sede centrale a Firenze, ha tre nuclei territoriali a TorinoRoma e Napoli. L’ente è dotato di autonomia statutaria, scientifica, organizzativa, regolamentare, amministrativa, finanziaria, contabile e patrimoniale (Statuto dell’Indire)” (qui).

“L’Istituto sviluppa nuovi modelli didattici, sperimenta l’utilizzo delle nuove tecnologie nei percorsi formativi, promuove la ridefinizione del rapporto fra spazi e tempi dell’apprendimento e dell’insegnamento. L’Indire vanta una consolidata esperienza nella formazione in servizio del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario e dei dirigenti scolastici ed è stato protagonista di alcune delle più importanti esperienze di e-learning a livello europeo”.

Il 25 maggio scorso  il Senato, in Aula, ha approvato,  con 175 voti favorevoli e 7 contrari, la riforma sulla governance degli Istituti Tecnici Superiori, passata giorni prima dalla commissione Cultura con  modifiche importanti. A breve la terza lettura della Camera dei deputati, per diventare definitivamente legge.  E’ una riforma  di “altissimo livello” ma professionalizzante, frutto di un lavoro che “ha unito diverse proposte di legge” e, finalmente, mette “a centro campo gli imprenditori” (qui) che operano in aula la formazione tecnico-pratica e professionalizzante, quasi azzerando i tempi di trasferimento dal conseguimento del titolo all’assunzione. Si opera, infine,   l’interessante allungamento del percorso della formazione permanente e ricorrente per effetto di un ponte di collegamento tra le competenze professionalizzanti e quelle di tipo scientifico universitario.  L’intera   formazione, e quella degli ITS, in particolare, necessita di fare sistema imperniando un’ azione di placement generale, mai attuata fino ad ora, che va rafforzata se non sono   raccordati in  consecuzione, a catena,  gli  ingressi nel mondo del lavoro di fine apprendimento delle competenze acquisite alla fine di ogni tassello della formazione permanente e ricorrente su cui si deve quantificare veramente il capitale umano(qui).

Anche qui bisogna serrare i tempi evitando che le grandi potenzialità degli ITS siano ancora troppo poco conosciuto e sostenuto.

Il senatore socialista Riccardo Nencini, relatore della riforma ITS  afferma
“In Italia oggi contiamo poco meno di 20mila iscritti: non cito i numeri di Francia e Germania, che sono decisamente spropositati rispetto a quelli che possiamo vantare nel nostro Paese. Questa riforma potrebbe tuttavia consentire a una percentuale molto alta di ragazzi e ragazze, che, provenendo dagli istituti professionali, scelgono di iscriversi all’università, di avere una attacco definitivo su materie che possano valorizzarli. Dico questo perché il 28% di questi ragazzi e ragazze con questa provenienza scolastica abbandona l’università dopo il primo anno di studi. C’è un’evidenza. Probabilmente dare un approdo di natura decisamente diversa rispetto alla scelta che è stata fatta potrebbe offrire disponibilità di lavoro indispensabili per l’impresa italiana”. Ha affermato, invece, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, presente nell’aula di Palazzo Madama “È stato un percorso non soltanto costruito insieme, un percorso che ha avuto al suo centro l’attenzione per i nostri studenti e le nostre studentesse, un percorso che ha dato e che sta dando possibilità nuove per ridurre qualsiasi fenomeno di dispersione, ma anche per permettere a tutto il nostro sistema di crescere, contando su quelle competenze, ma soprattutto su quelle esperienze che si possono oggi coniugare insieme per un nuovo sviluppo. “Il Governo è a disposizione. Siamo in condizione di emanare i decreti attuativi nei tempi richiesti e dovuti, per poter partire con nuovo anno scolastico che sia veramente un nuovo inizio per tutti gli ITS”, ha poi aggiunto il ministro.

“L’approvazione da parte dell’aula del Senato della riforma dell’istruzione tecnica superiore è davvero una bella notizia. Un disegno di legge, quello votato a Palazzo Madama, presentato a inizio legislatura e del quale sono orgogliosamente prima firmataria insieme alla collega Valentina Aprea”, ha affermato invece, attraverso una nota, la ministra per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, evidenziando come “già da queste settimane si dovrà cominciare a lavorare sui decreti attuativi, 17 dei quali passeranno dalla Conferenza Stato-Regioni, coinvolgendo le Regioni e le Province Autonome che hanno prerogative importanti e competenze costituzionali per il sistema dell’istruzione tecnologica superiore”.