Dotombori Bridge, a Osaka, ricorda il nostro Ponte Milvio a Roma. Una parte della città si affaccia lungo il canale Dotombori dove i giovani sostano in cerca d’amore… Il suo nome giapponese è Dotonboribashi (bashi, nella lingua del Sol Levante, significa ponte). Numerosi sono i ristoranti in questa zona e non mancano le belle insegne luminose. Osaka è famosa anche per la buona cucina: tra i tanti piatti offerti potete assaggiare il Kushicatsu, frittura mista bollita in sugna di maiale, un po’ pesante ma buona nelle stagioni invernali. Non fatevi mancare il Takoyaki, le classiche palline di farina con polipo avvolto: si trovano ovunque nei ristoranti come pure sulle bancarelle sulla Shinsaibashi. Il Castello di Osaka è il più bello forse di tutto il Giappone ed anche il più visitato. Si trova nel parco di Osaka Jo Koen e risale al XVI secolo. Fu eretto da Toyotomi Hideyoshi, un personaggio importante della storia e cultura nipponica. Il futuro è invece rappresentato dal quartiere dell’elettronica, Den Den Town, paragonabile all’Akihabara di Tokyo. Passando poi nel Kitano ku si può visitare l’Umeda Sky building progettato dal famoso architetto Hiroshi Hara. Per i ragazzi e per gli appassionati del cinema tappa d’obbligo agli Universal Studios Japan, dove ci sono numerose attrazioni (un po’ come ad Orlando in Florida). Il quartiere Amerikamura è famoso ed facilmente identificabile per la Statua di Lady Liberty o meglio della libertà. Il Bunraku, l’arte dello spettacolo delle marionette, nasce ad Osaka (area del Kansai): si tratta di un’importante radzione come testimonia il National Bunraku Theater. Da visitare uno degli acquari coperti più belli al Mondo, il Kaiykan Aquarium, raggiungivile il metropolitana (fermata Osakako). A Osaka si dice “Kuidaore no machi”, mangiare fino a morire. Un detto che si attaglia bene a un popolo ioioso, cordiale e aperto come quello napoletano (una buona pizza giapponese Okonomiyaki non ha nulla da invidiare alla pizza made in Naples). Osaka è anche sede del Nostro Consolato Italiano diretto dal Console Marco Lombardi , come pure sede dell’Istituto Italiano di cultura diretto dal professore Stefano Fossati. Alla fine di questa carrellata un saluto alla maniera del Kansai “Maidò Okini…”