Danza, Campania all’avanguardia

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Il mondo della danza in Campania rientra ogni anno tra i primi tre posti di una speciale graduatoria nazionale sul numero di scuole, di iscritti e di risultati conseguiti. La nostra regione è un vivaio a cielo aperto di scuole più o meno credibili che esercitano la professione “libera” dell’insegnamento dell’arte della danza a vantaggio o a scapito dei tantissimi allievi che le frequentano. Fino al professionismo! Qualche mese fa è stato firmato un manifesto a favore di una migliore legislazione della danza contando quasi un milione e mezzo di praticanti, un numero davvero impressionante in cui la Campania recita un ruolo chiave. Abbiamo parlato di questo con Maria Rosaria Vitolo, docente e coreografa partenopea oltre che direttrice artistica da ormai trent’anni de “L’Arte del Movimento”. La sua stessa formazione è così articolata ed eterogenea non digerire affatto il surplus di scuole e compagini di danza in tutto il territorio, soprattutto senza certificazioni, abilitazioni né riconoscimenti artistici. Lei che invece proviene dal Centro Napoletano del Balletto con diploma in pianoforte presso il Conservatorio di Benevento. E poi con tanta formazione con i vari Victor Litvinov, Margarita Trayanova e fino all’abilitazione all’insegnamento presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Un percorso ricchissimo che nel 1988 l’ha spinta a realizzare il passo più significativo con il debutto de “L’Arte del Movimento”, in supporto ad esperienze finanche su RAI1, attraverso il musical “Via Crucis” di Martino Brancatello e la regia di Pino Insegno. Un excursus così eterogeneo da valerle l’accredito di docente di “Danza in Fiera” per tre anni, ovvero presso la kermesse europea più importante che si tiene a Firenze ogni febbraio. Noi l’abbiamo incontrata a ridosso dell’ultima rappresentazione di giugno del suo ensemble e, soprattutto, in una chiacchierata a quattro con anche i suoi colleghi Fabio Crestale ed Enzo Correale. In primis ricordando il successo dell’ultimo spettacolo allestito al Teatro Politeama di Napoli con una programmazione vastissima ed eterogenea dell’ensemble di Maria Rosaria Vitolo. A cominciare dal neoclassico con un’evoluzione coreografica della tecnica accademica in chiave, appunto, neoclassica e per passare alla tecnica classica negli indirizzi Danzagioco, Propedeutica e Predanza. Il repertorio di balletto classico ha invece visto in scena “Coppelia” con il pas de deux di Valentina Acunzo e Gianpiero Trimaldi, oltre ad Enrica Saccoccia e Guglielmo Schettino, ed anche “La vedova allegra” con Lorena De Marco ed ancora Gianpiero Trimaldi oltre a Luisa Mentone e ancora Guglielmo Schettino. Prima di tuffarsi nel mondo flamenco dell’ensemble con “Adios tristeza” di cui la direzione artistica scrive: In questo quadro, che si dipana attraverso quattro diversi palos della tradizione flamenca (seguidilla, garrotin, tangos e bulerias) c’è quello che il flamenco è per gli andalusi: la quotidianità, la vita di tutti i giorni che scorre, intrisa di attimi di preoccupazione, di tristezza, di devozione, di fede, di gioia. Abbiamo provato a ribaltare il topos classico del dramma flamenco, nel quale l’acme si raggiunge con la morte dell’eroe, per una volta la vita e la speranza vincono, fugando per un lungo attimo la tristezza… Infine il repertorio più brillante del contemporaneo, di hip hop e del modern con “Gli occhi di maruzzella” di Erminia Sticchi, “Music is the engne of our soul” di Maddalena Raia e “Made in Japan” di Francesca Dell’Aria. Ma in questi trent’anni di carriera sono passati tanti personaggi che hanno apportato il proprio contributo nel Viale dei Colli Aminei, basti pensare a Dominic Walsh, Bill Godson, Rafael Amargo, Dorina Iancu, Hervée Dirmann fino a Fabio Crestale, Enzo Correale e Massimiliano Craus, ultimi mero in ordine cronologico. Tre uomini di danza che hanno riconosciuto il valore didattico, metodologico ed artistico dell’ensemble di Maria Rosaria Vitolo, con il “francese” Fabio Crestale generosissimo nell’elargire borse di studio in tutto il territorio nazionale, riconoscendo nei giovani talenti e nelle brillanti ragazze un futuro radioso. Magari almeno quanto quello già espresso da Domenico Luciano, talento cristallino nato e cresciuto alla corte di Maria Rosaria Vitolo prima di emigrare per i lidi del successo nazionale ed internazionale.