D-Day, occhi puntati sulla Federal Reserve

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A cura di Antonio Arricale Ultima riunione dell’anno della banca centrale americana, oggi, da cui ci si attende un possibile “cambio della fraseologia” nel suo comunicato cancellando di fatto la promessa di A cura di Antonio Arricale Ultima riunione dell’anno della banca centrale americana, oggi, da cui ci si attende un possibile “cambio della fraseologia” nel suo comunicato cancellando di fatto la promessa di mantenere i tassi ai minimi storici per un “considerevole periodo di tempo”. Sono diversi anni, infatti, che il costo del denaro negli Stati Uniti è fermo allo 0-0,25%. Dunque, questa sera (ore 20) la Federal Reserve annuncerà le nuove stime sull’economia e darà, probabilmente, qualche indicazione in più sul rialzo dei tassi che intende avviare nel 2015. Nei giorni scorsi, il vicepresidente della Fed, Stanley Fischer, aveva fatto capire che ora la posizione dei membri del Board sta cambiando rispetto a qualche mese fa, mentre il numero uno della Fed di New York, William Dudley ha evitato, negli ultimi discorsi di parlare di “tempo considerevole” affermando invece che la Fed “sarà paziente” prima di alzare i tassi. Insomma, dal meeting odierno gli investitori si attendono segnali più chiari sui tempi dell’aumento dei tassi USA. Peraltro, fanno notare gli analisti, gli ultimi dati macroeconomici pare abbiano mostrato un’economia a stelle e strisce in grado di reggere alla nuova situazione. Borse asiatiche Nikkei in leggero rialzo questa mattina dopo due sedute trascorse all’insegna delle vendite. L’indice ha recuperato lo 0,38% risalendo a quota 16819, mostrandosi incerto in attesa delle decisioni della Fed che potrebbero restituire un po’ di brillantezza ai mercati azionari. Reagiscono i titoli del comparto oil dopo che il greggio è riuscito a frenare la caduta, mentre tra gli altri c’è da segnalare il deciso ribasso di Japan Tobacco che ha ceduto più di 7 punti percentuali dopo aver subito il taglio del rating da parte di Goldman Sachs. In rialzo Tokyo Electron dopo le indiscrezioni secondo le quali la Cina non sarebbe più intenzionata ad ostacolare la trattativa con Applied Materials. Tra gli altri indici azionari asiatici poco mossa la borsa di Hong Kong, Seul ha ceduto lo 0,21% mentre Shanghai continua a correre guadagnando questa mattina l’1,25%. Sul fronte macroeconomico il ministero delle Finanze giapponese ha reso noto il dato relativo alla bilancia commerciale che in novembre ha segnato un incremento del 21% del deficit a 891 miliardi di yen dal dato di ottobre rivisto a 737 miliardi e contro un consensus per 992 miliardi. L’export nel mese è cresciuto del 4,6% contro il 7,0% atteso dagli economisti e a fronte del progresso del 9,6% registrato in ottobre. Le importazioni sono calate a sorpresa dell’1,7% contro il progresso dell’1,6% atteso dagli economisti. Nel sondaggio trimestrale condotto dalla Bank of Japan, infine, le aziende nipponiche hanno peggiorato le stime di crescita dell’inflazione in Giappone nei prossimi 12 mesi dall’1,5 all’1,4% mentre le attese, invariate rispetto alle precedenti stime, sono dell’1,6% su tre anni e dell’1,7% su cinque. Borsa Usa Wall Street ha chiuso in rosso una seduta caratterizzata da una elevata volatilità. Il Dow Jones ha perso lo 0,65%, l’S&P 500 lo 0,85% e il Nasdaq Composite l’1,24%. Preoccupa la situazione in Russia con il Rublo in caduta libera. Nel primo pomeriggio il Dipartimento del Commercio ha reso noto che i nuovi cantieri residenziali sono lievemente diminuiti nel mese di novembre passando da 1.045 mila unità a 1.028 mila unità. Il dato è inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 1.030 mila unità. In calo anche le licenze edilizie passate da 1.080 mila unità a 1.035 mila unità (consensus 1.060 mila unità). Markit ha reso noto che nel mese di dicembre l’Indice PMI Manifatturiero (stima fla sh) si è attestato a 53,7 punti in calo dai 54,8 del mese precedente. Il dato e’ risultato inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato un valore pari a 55,4 punti. Wall Street ha chiuso la seduta in rosso. Gli operatori rimangono in fervente attesa della riunione della Federal Reserve in programma per questa sera (alle 20 ore italiane), cui seguirà la conferenza stampa del governatore della Fed, Janet Yellen. L’indice Dow Jones ha così archiviato gli scambi con un ribasso dello 0,65% a 17.068,87 punti, l’S&P500 ha perso lo 0,85% a 1.972,74 punti mentre il Nasdaq ha ceduto l’1,25% a 4.547,83 punti. Europa Dopo il balzo di ieri tornano a scendere le Borse europee. Il Dax30 di Francoforte perde l’1,3%, il Cac40 di Parigi lo 0,9%, il Ftse100 di Londra l’1,1% e l’Ibex35 di Madrid l’1,05%. Invero, le indicazioni in arrivo dal fronte macro dovrebbero favorire il rimbalzo dei listini del vecchio continente. Nel tentativo (fallito) di evitare il collasso del rublo, la Banca centrale russa ha annunciato di aver alzato il costo del denaro dal 10,5 al 17 per cento. La mossa non ha convinto gli operatori che dopo un primo calo hanno spinto l’incrocio con il biglietto verde verso un nuovo massimo storico a 77,432 rub, circa 15 punti percentuali in più rispetto al dato precedente. A Londra il Ftse100 ieri ha guadagnato il 2,41% chiudendo a 6.331,83 punti mentre il listino tedesco è salito del 2,46% a 9.563,89. Acquisti anche sul Cac40 (+2,19% a 4.093,2) e sull’Ibex (+1,8% a 10.081,9). In agenda macro indicazioni positive dagli indici europei sulla fiducia del manifatturiero e del comparto servizi (rispettivamente a 50,8 e 51,9 punti in versione preliminare) e dalla bilancia commerciale (surplus in aumento da 17,9 a 19,4 miliardi). Buone nuove anche dal tedesco Zew, salito nel mese corrente da 11,5 a 34,9 punti. Sotto le stime invece i dati statunitensi relativi permessi di costruzione (1,04 milioni), nuovi cantieri edili (1,03 milioni) e Pmi manifatturiero in versione flash (da 54,8 a 53,7 punti). Italia Il Ftse Mib segna -0,52%, il Ftse Italia All-Share -0,51%, il Ftse Italia Mid Cap -0,21%, il Ftse Italia Star -0,44%. Ieri Piazza Affari ha chiuso in deciso rialzo una seduta estremamente volatile. La giornata si è aperta con la decisione shock della Banca centrale russa di alzare i tassi d’interesse dal 10,5% al 17%. Una mossa che non è riuscita ad arginare il crollo del rublo, precipitato ai nuovi minimi storici rispetto a dollaro ed euro. In mattinata l’indice Ftse Mib era sceso per la prima volta dal dicembre 2013 sotto quota 18.000 punti. Dopo una serie di saliscendi, il Ftse Mib ha intrapreso la strada dei rialzi fino a chiudere con un progresso del 3,27% a 18.670 punti. Un sostegno è arrivato dallo Zew tedesco che a dicembre ha battuto le attese salendo a 34,9 punti. Positive le banche al termine di una seduta altalenante: Banco Popolare ha guadagnato il 2,22% a 9,86 euro, Montepaschi il 3,81% a 0,544 euro, Popolare di Milano il 3,91% a 0,544 euro, Intesa SanPaolo il 4,52% a 2,446 euro, Mediobanca il 4,35% a 6,705 euro, Ubi Banca il 5,69% a 6,03 e uro. Brillante Finmeccanica (+5,90% a 7,62 euro) con la partita per la cessione del polo trasporti che sembra essere arrivata alle battute finali. FCA ha guadagnato l’1,42% a 9,25 euro dopo i dati sulle immatricolazioni di nuove auto in Europa. Rimbalzo dei titoli del settore oil nonostante i nuovi minimi a cinque anni del petrolio: Eni ha mostrato un progresso del 3,91% a 13,81 euro, mentre Saipem è avanzata del 4,86% a 8,615 euro. Telecom Italia (+0,50% a 0,90 euro) è rimasta al centro di continue voci sulle attività in Brasile.


I dati macro attesi oggi Mercoledì 17 dicembre 2014 00:50 GIA Bilancia commerciale nov; 10:30 GB Tasso di disoccupazione nov; 10:30 GB Variazione n. disoccupati nov; 10:30 GB Verbali BoE; 11:00 EUR Indice costo del lavoro Eurozona T3; 11:00 EUR Inflazione (finale) nov; 14:30 USA Inflazione nov; 14:30 USA Saldo partite correnti T3; 16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati; 20:00 USA Riunione FOMC (Fed); 20:00 USA Previsioni macroeconomiche Fed; 20:30 USA Conferenza stampa Yellen (Fed).