Decenni di comportamento corretto per meritare fiducia e rispetto, ma basta un attimo per perderli

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in foto Enrico De Nicola

Il giurista liberale Enrico de Nicola suggeriva a chi fa politica di non crearsi una famiglia di cui non potrebbe occuparsi. Il consiglio è più che mai valido al giorno d’oggi per non acquisire congiunti compromettenti. Ancora più rischioso è risposarsi, tanto più che la prima volta era andata bene. È la mancanza di scrupoli di figli, cognati, amanti a sporcare talvolta l’onorabilità di un uomo onesto. Non è accusando la magistratura che un galantuomo si discolpa, né se la sua coalizione politica fa quadrato attorno a lui. È più elegante scusarsi. Tanto tutti – e lui stesso – conoscono la verità.

Chi viene dalla Tunisia non fugge dalla guerra né dalla carestia. Bisogna riportarli subito da dove vengono
Vergogna scappare dai centri di accoglienza. È gente che non merita l’ospitalità. Per di più arrivano solo maschi, che ingrossano le file di pusher e pure di stupratori. Ci bastano quelli di casa. Questa non è solidarietà, ma dabbenaggine. Ecco come il governo ci proteggerci dal contagio, dopo quattro mesi di prudenza, ancora oggi raccomandata. Ci mancavano i migranti, forse infetti. Bocelli si lamenta che il lockdown lo ha privato della libertà personale. Se quelli della movida stanno bene, vuol dire che il Coronavirus non esiste, ma non gli piace essere definito negazionista.

L’abitudine al razzismo contagia le persone più virtuose e fa chiamare ancora Giorgio Marincola “partigiano nero”
Dopo la laurea ad honorem e la medaglia d’oro alla memoria, ora gli intitolano una stazione della Metro C a Roma. Figlio di un carabiniere e di una somala, cittadino italiano che studiava medicina, entrò nella resistenza e fu torturato e ucciso dai tedeschi. Ma non è solo un partigiano. È anche nero. Caddi dalle nuvole quando, seppure elogiassi il valore di un sacerdote di colore, Cassius Clay mi accusò di razzismo. “Quando parli di un bianco – disse – non precisi che è bianco”. In Italia non c’è un campione che corregga gli ignoranti che, seppure senza malanimo, usano termini razzisti.

Siccome viviamo in democrazia c’è chi, per complicare le cose, pretende la libertà di contagiare gli altri
Persino chi dovrebbe dare l’esempio perché da questa società ha ricevuto tanto, reclama il diritto di ammucchiarsi e abbracciarsi, come se il pericolo di contagio fosse ormai passato. È dovuto intervenire il capo dello stato, che di solito non si intromette nelle scelte politiche per invitare gli italiani alla massima prudenza e a non compromettere i risultati finora ottenuti. Mentre Francia, Spagna, Germania, Inghilterra e altri accusano una nuova esplosione di contagi, noi, tranne qualche caso d’importazione, siamo il paese che più ha contenuto il virus. Sembra che il successo dispiaccia.