Declino d’Europa:
è colpa dell’età

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A cura di Roberto Paura L’invecchiamento della popolazione nei paesi Ocse metterà a repentaglio la crescita economica nei prossimi decenni. Lo prevede una ricerca firmata dall’economista Yunus Aksoye dal suo team della A cura di Roberto Paura L’invecchiamento della popolazione nei paesi Ocse metterà a repentaglio la crescita economica nei prossimi decenni. Lo prevede una ricerca firmata dall’economista Yunus Aksoye dal suo team della Birkbeck University di Londra, promossa dal World Economic Forum. Con un raddoppio della quota di popolazione over 60, passata dal 16% del 1970 al 29% nel 2030, e con un analogo calo della popolazione under 19, i paesi Ocse subiranno un impattonegativo sulle loro economia. I ricercatori hanno analizzato il rapporto tra invecchiamento della popolazione e cinque diversi fattori-chiave della crescita economica: tendenza al risparmio, livelli di produttività, quantità di ore lavorate, propensione all’innovazione e investimenti. Già analizzando l’andamento macroeconomico di 20 paesi nel periodo 1970-2007, gli economisti sostengono che la variazione di questi fattori-chiave possa essere spiegata analizzando l’evoluzione della struttura demografica della società: in particolare, l’ingresso nel mercato del lavoro dei baby-boomers negli anni Settanta e il loro graduale pensionamento a partire dalla fine dello scorso decennio spiegherebbe la significativa riduzione delle ore lavorate in quasi tutti i paesi. Applicando aquesti dati le stimeOnu sull’evoluzione demografica nei prossimi quindi anni, i ricercatori prevedono un drastico declino nella produzione economica media annuale soprattutto nei paesi europei, i più affetti dall’invecchiamentodella popolazione. Inoltre, calerà anche il numero di domande di brevetti, parametro chiave di misurazione dell’innovazione.