Roma, 23 ott. (askanews) – Lawrence Summers, ex segretario al Tesoro statunitense con il presidente Clinton, e uno dei più autorevoli policymakers mondiali degli ultimi anni, lancia l’allarme sulla dinamica dell’aumento del deficit pubblico sulle due sponde dell’Atlantico, negli Usa e in Europa, dove affrontare il problema è particolarmente “urgente in Italia. L’economista, che ha ricevuto a Roma il premio Bancor in una cerimonia alla quale hanno anche partecipato il governatore di Bankitalia Visco e il governatore inglese Mervyn King, si è inoltre mostrato pessimista sulla possibilità di riportare l’inflazione al 2% in Usa e in Europa con un ‘atterraggio morbido’ che eviti la recessione.
L’Italia – ha sostenuto Summers – è l’epicentro del nodo finanza pubblica in Europa. Ecco il suo ragionamento: “L’indebitamento non è un modo per finanziare la spesa. È un modo per rinviare il finanziamento della spesa. È un modo per rinviare l’aumento delle tasse o per rinviare altri tagli alla spesa, anche se l’entità complessiva lievita. Pertanto, sia che si tratti di contenere l’inflazione nel breve periodo o di mantenere la stabilità finanziaria nel medio periodo o di garantire livelli adeguati di investimenti e di crescita nel lungo periodo o di mantenere un sistema globale efficiente, credo sia necessario affrontare le preoccupazioni relative all’indebitamento pubblico negli Stati Uniti. E se me lo consentite, pensando all’Europa, in nessun altro luogo questo aspetto è più urgente che in Italia”.
Pessimismo, in particolare, sulla possibilità degli Stati Uniti di riportare i conti pubblici sotto controllo e non attendibili le previsioni di Washington sul deficit. “Credo che nei prossimi anni – ha sottolineato Summers – le questioni di politica fiscale dovranno svolgere un ruolo più rilevante che in passato. Sono più preoccupato per la situazione fiscale degli Stati Uniti a medio e lungo termine di quanto lo sia stato nei 40 anni in cui mi sono occupato di politica macroeconomica. Considerate che le ultime stime del Congressional Budget Office sulla situazione fiscale negli Stati Uniti indicano un deficit del 7,3% circa. Tra dieci anni – prevede l’economista, che tra l’altro è nipote di due premi Nobel per l’economia, Samuelson e Arrow – questi calcoli presuppongono che il tasso d’interesse dei buoni del Tesoro si aggiri attorno al 2%, il che mi sembra improbabile. Questi calcoli presuppongono che la spesa per la difesa nazionale in percentuale del PIL diminuisca in modo significativo, il che mi sembra improbabile. Questi calcoli presuppongono che tutti i tagli fiscali di Trump vengano abrogati, il che mi sembra improbabile”.
Il pessimismo a tutto tondo di Larry Summers si estende alla possibilità di un successo nella lotta all’inflazione senza portare l’economia in recessione. “Sarebbe fantatico riuscire a raggiungere un atterraggio morbido. Tuttavia, come ho detto più volte – e come dice anche Samuel Johnson dei secondi matrimoni – tutto porta a credere che l’atterraggio morbido rappresenti il trionfo della speranza sulla realtà. Il mio sospetto è che non riusciremo, né negli Stati Uniti né in Europa, a riportare l’inflazione al 2% o vicina al 2% in modo duraturo senza accettare un aumento significativo del grado di rallentamento economico. Vorrei tanto sbagliarmi – aggiunge – in questa mia ipotesi, visto il sostanziale deterioramento fiscale negli Stati Uniti, e al contempo non posso parlare con altrettanta certezza dell’Europa. A mio avviso, negli Stati Uniti il mantenimento di un livello di domanda coerente con la stabilità dei prezzi richiederà probabilmente un lungo periodo di tassi d’interesse piuttosto elevati rispetto alle stime prevalenti di tassi d’interesse neutrali”.