Delitto Arce, il papà: “Serena avrà giustizia dopo 17 anni”

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Roma, 19 feb. (AdnKronos) (di Chiara Moretti) – “Serena troverà finalmente pace, dopo più di 17 anni”. Guglielmo Mollicone, parlando con l’Adnkronos, ripercorre il caso della figlia, la 18enne di Arce nel frusinate, scomparsa il 1 giugno del 2001 e ritrovata cadavere due giorni dopo nel bosco di Fonte Cupa ad Anitrella con un sacco in testa, stretto con nastro adesivo, carta in bocca, oltre a mani e piedi legati. “La verità sta uscendo fuori, nonostante i depistaggi” dice, commentando quanto trapelato dalla relazione conclusiva dei carabinieri del comando provinciale di Frosinone e dai colleghi dei Ris, depositata ieri pomeriggio in Procura a Cassino. Secondo l’ultima perizia la ragazza nel corso di una lite avrebbe sbattuto la testa contro una porta degli alloggi in disuso nella caserma. “Ho sempre avuto il timore che potessero anche scappare, ora devono pagare, voglio che li arrestino. Temo che possano scappare anche con dei passaporti falsi”.

Un omicidio che, a distanza di 17 anni, resta senza un colpevole e che vede indagati, l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce Franco Mottola, insieme con la moglie e il figlio, tutti accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Indagati anche due carabinieri in servizio nel 2001 ad Arce, Vincenzo Quatrale, accusato di concorso morale nell’omicidio, e Francesco Suprano, di favoreggiamento. “Per me non è stato soltanto il figlio dell’ex comandante della stazione dei carabinieri locale, come sostengono gli inquirenti nell’informativa, perché il giovane potrà avere anche avuto uno scatto d’ira, ma la mia ‘bambina’ poteva essere salvata e, invece, è morta soffocata. Serena ha perso tanto sangue, non respirava. E’ morta dopo 4 o 5 ore e, non per il colpo ricevuto, ma per il sacchetto in testa che non le permetteva di respirare. Per me la colpevolezza è anche dei genitori. L’ho sempre detto”. “Colpevoli di sicuro moralmente per me anche i militari presenti – conclude il papà -, che l’avranno sentita urlare e non sono intervenuti. Da un tutore dell’ordine, sinceramente, mi aspetto di più”.

L’informativa depositata in Procura a Cassino dai carabinieri, spiega all’Adnkronos Dario De Santis, legale della famiglia di Serena Mollicone, “è una relazione finale dove l’Arma fa una sintesi delle indagini svolte e trae le sue conclusioni”. “Una sintesi che non aggiunge niente in termini di prove. Sono considerazioni che potranno essere discusse ed esaminate ma non sono elementi certi. Il prossimo passaggio è la notifica di conclusione delle indagini preliminari ai 5 indagati che ci permetterà di avere accesso agli atti”. ”Spero e voglio credere che dopo tutto questo tempo – conclude il legale -, ben due opposizioni alla richiesta di archiviazione e anni e anni di indagini venga fatta finalmente giustizia”.