Democrazia e malademocrazia

Per molto tempo c’è stata una divisione sostanziale tra le due modalità con cui una comunità possa essere gestita, quindi governata. La più antica è quella totalitaria che si realizza ancora quando un o più di uno individuo riesce a far sentire la sua voce alla comunità con cui convive in maniera più convincente rispetto agli altri, assumendone il comando. L’altra, che da la possibilità agli individui che la compongono di indicare da chi vorrebbero essere guidati per vivere in pace e progredire sempre di più. Per diverso tempo, come soluzione ritenuta di maggior efficacia, nell’antica Grecia fu recepito il secondo concetto, quello di deputare alla conduzione della comunità i personaggi che si riteneva fossero più degli altri in grado di farlo. Con riguardo a quella soluzione, qualcuno come Cicerone scrisse opere che hanno resistito al tempo, come La Repubblica, oggi più attuale che mai. Osservando in giro per il mondo, di forme di governo di tipo autarchico ne balzano alla vista un buon numero, il primo di essi, con molta probabilità, è quello della Corea del nord. Il fenomeno pìù allarmante è costituito da quelle realtà geopolitiche che continuano a definirsi repubbliche o realtà assimilabili, mentre il potere al loro interno è in mano a pochi o addirittura a un solo e autoproclamato capopolo. Esso è solo uno dei diversi “regimi” che possono essere definiti con giusta convinzione “malademocrazie”.
Mala, perché i loro capi pro tempore tentano di far passare per gestito dal popolo ciò che invece é messo in atto in completa autonomia da uno o pochi autocrati, spesso adoperando repressioni e misure ancora più drastiche Il colmo della jattura si manifesta nella peggiore delle maniere quando, per ottenere i propri desiderata, quegli stessi governi, realmente democratici, devono avviare e mantenere relazioni di affari con i loro corrispondenti, sia pure solo di facciata. Succede così che quelle repliche malriuscite riescano a ingigantire con scaltrezza la loro forza contrattuale in virtù della presenza nel sottosuolo di gran parte delle materie prime, idrocarburi e altro, di uso comune, solo per caso capitate sotto i loro piedi. Attualmente il problema più importante da risolvere è la corretta individuazione e gestione dei vari mix di forma e sostanza sotto cui si presentano i governi di molte nazioni. Per una seria di circostanze, in cima al loro elenco trovano posto alcune delle superpotenze. Questo stato di fatto rappresenta una preclusione importante alla stabilità dei rapporti tra ciascun paese e tutti gli altri. Molti anni orsono, nella Roma caput mundi, veniva affermato con convinzione:
“Si vis pacem, para bellum”.
Detto oggi, anche perche il concetto è largamente condiviso, probabilmente suonerebbe: “Se vuoi che la pace duri, prova a difenderla con la guerra”.
Strano ma vero, è questo il pensiero attualmente dominante. Sará quindi opportuno, ciascuno per il suo, fare di necessità virtù. La certezza assoluta non è rintracciabile in nessuna parte di questo mondo.